3.31.2015

indians

Un guerriero sono stato. Ora è tutto passato. Un tempo difficile m'attende.
Toro Seduto

3.29.2015

Acquerello

Springtime

Helltime

3.25.2015

Bello il mostro! - Viaggio al centro della terra 3D

Ebbene sì, ho visto Viaggio al centro della terra, di un certo Eric Brevig. So che Kubrick, Pollack, Hitchcock, Penn, Huston, Peckimpah e tanti altri non me lo perdoneranno mai perché mi è anche piaciuto, ma del resto non si può sempre bere vino d'annata e ogni tanto bisogna pur farsi un bel bicchiere d'acqua. In effetti l'esempio calza perché questo film è incolore e insapore come l'acqua, con una trama lineare, privo di un qual si voglia intreccio, dove tutto nasce per essere messo al servizio degli effetti speciali seguendo  come traccia il racconto di Verne a cui si ispira. Non dovendo pagare più di tre o quattro attori l'intero budget del film è finito sicuramente nelle tasche degli addetti agli effetti e del regista. Gli interpreti oltre che per la loro bravura sembrano essere stati scelti per la loro estetica. Ritroviamo quindi quel simpatico bellone di Brendan Fraser già visto in azione a combattere contro mummie varie. Josh Hutcherson mieloso protagonista di film che nessuno ricorda, in questo fa la parte del nipote di Fraser, che vuole ritrovare il padre ed è commovente quanto un pomodoro spiaccicato sul marciapiedi. Anita Brien islandese di nascita, già vista in quel "floppone"che risponde al nome di Dylan Dog , Il film, del 2010, è la " bella ragazza gnocca"del gruppo. Indovinate chi se la impalma alla fine dell'avventura?... Film paraculissimo, che da subito sembra dirti: "onestamente, dopo quelli del cinema, siamo qui per incularti anche i soldi del DVD e se volevi un film che facesse piangere e raccontasse una storia, ti compravi Schindler's list". Ma allora perché è un prodotto che piace? Semplice a dirsi: perché è come un bel giocattolone ricevuto in regalo sotto l'albero di natale, gli effetti speciali sono favolosi, il T-rex, fantastico, il ritmo  scorrevole e soprattutto non stai a chiederti per tutta la durata del film se i protagonisti moriranno o chi si scoperà Anita Brien. Dulcis in fundo, per 88 minuti non pensi e ogni tanto, staccare e non pensare, fa bene come bere un bicchiere d'acqua... Buona visione!

Regia di Eric Brevig, con Brendan Fraser, Josh Hutcherson, Anita Brien. USA/2008

Bello il mostro! (scusando il paradosso) Viaggio nell'isola misteriosa

E va bene come il precedente Viaggio al centro della terra di cui è il seguito, è cinema di maniera, è politicamente corretto, è per famiglie Mulino Bianco e famiglie Walt Disney. Un cinema edulcorato, ruffiano ed esteticamente paraculo, di cassetta e nazionalpopolare. Schifosamente holliwoodiano dove l'unica parola osé che viene pronunciata è: cacca... Però mettere insieme Verne, Stevenson e Swift, prendere quello che li accomuna e cioè, per intenderci, aver scritto un libro ambientato in un'isola e costruirci sopra una nuova storia come hanno fatto gli autori di Viaggio nell'isola misteriosa; direi che la cosa merita un minimo di attenzione. Se poi quell'attenzione non viene delusa si potrebbe assistere ad un ora e mezza di cinema spettacolare - costato 75 milioni di dollari - con una racconto sviluppato ad arte sui parallelismi de L'isola misteriosa, L'isola del tesoro e I viaggi di Gulliver, così se tutto funziona, beh! allora si può mollare il freno e godersi il film... Epperò guarda Michael Caine com'è vestito sembra Indiana Jones, e l'isola misteriosa ha qualcosa dell'isola del teschio di King Kong. E quella corsa sulle api giganti fa venire in mente Star wars. E la tomba del capitano Nemo ha qualcosa del tempio già visto nel primo film di Indy...  Poi le rovine di una città fantastica: Atlantide. Vai che si cita Superman e un suo nemico, e poi i quattro protagonisti sono più o meno simpatici:  nonno Caine prende per il culo The Rock il wrestler che a un certo punto senza nessun pudore canta e massacra spietatamente What a wonderful world di Louis Armstrong. Luiz Guzman, uno degli attori preferiti di Lumet, è proprio buffo e comico. Josh Hutcherson reduce dal precedente Viaggio al centro della terra, lo ammetto, anche qui coinvolge allegramente, come una marcia funebre. Spinto da ormoni curvanti in fase di accelerazione, corteggia goffamente Vanessa Hudgens che essendo l'unica donna sull'isola crede, giustamente, di avercela solo lei. Alla fine però sarà contenta di dargliela. Il cast in ogni caso funziona e il film scorre liscio e diverte. Gli effetti speciali sono stratosferici e interagiscono perfettamente con i protagonisti, bello il mostro, scusando il paradosso. bello il Nautilus poi FINE mentre si aspetta l'INIZIO del terzo capitolo... Un film da marchettone come il precedente, quindi, ora per fare ammenda vado a rivedermi la trilogia chilena di Pablo Larrain.

Regia di Brad Peyton, con Josh Hutcherson, Dwayne Johnson - The Rock, Michael Caine, Vanessa Hudgens, Luz Guzman. USA/2012

3.24.2015

L'isola degli uomini pesce


Un paio di buoni motivi per rivedere questo vecchio film di genere diretto da Sergio Martino, uno: perché  è ambientato su di un'isola misteriosa alla fine dell'ottocento. Due: c'è lo scomparso prematuramente re degli avventurieri del cinema Claudio Cassinelli, Barbara Bach l'attrice che ha sposato l'ex Beatles Ringo Starr, e Richard Johnson che interpreta un elegante e riuscito villain. Tre: cita Verne, Salgari, Weels, il mostro della laguna nera, il mito di Atlandide, e tutto prima di Indiana Jones e Martin Mystere.
Sinopsi
Naufragati su di un'isola caraibica il dottor Claude De Ross, con alcuni galeotti destinati al bagno penale della Caienna, si imbattono in strane creature marine. L'isola è inoltre abitata da Edmond Rackham l'ambiguo proprietario che ci vive con Amanda Marvin, che sembrerebbe la consorte, e dei silenziosi servi negri. Il dottor De Ross dovrà lottare per salvare la propria vita e svelare gli inquietanti segreti dell'isola e dei suoi abitanti. Un film distrutto dalla solita critica ma abbastanza acclamato dagli spettatori, gli americani ne fecero delle versioni alternative con scene aggiunte e rimontaggi. Un discreto ritmo narrativo con effetti senza pretese ma efficaci e ottime location, fanno oggi di questa pellicola un piccolo cult anche se la trama è scarna e il finale fa riferimento a schemi classici del cinema avventuroso. Il regista girò anche un sequel nel 1995 dal titolo La regina degli uomini pesce.

Di Sergio Martino, con Claudio Cassinelli, Barbara Bach, Richard Johnson. Italia/1979

3.20.2015

L'inizio

Un pensiero, una parola, un disegno. L'inizio di qualcosa ne include anche la misteriosa fine.

3.19.2015

War and peace 4 Charlie

 Festa del papà. 

3.12.2015

the help

Ambientato a Jackson nel Mississippi durante gli anni '60, The help racconta ancora una volta il profondo sud degli stati uniti dove lo schiavismo si è trasformato in un ancora più umiliante segregazionismo. Eugenia Phelan, conosciuta da tutti come Skeeter è una neo laureata e giovane scrittrice anticonformista che trova impiego presso il giornale locale dove le viene affidata una rubrica sull'igiene. Consapevole dell'antiquato status in cui verte il Mississippi e della pesante condizione in cui vivono le domestiche afroamericane costrette a mangiare in disparte utilizzando stoviglie proprie e interdette dai bagni dei ricchi"padroni" bianchi anche se si occupano della crescita e l'educazione dei loro figli, decide di intraprendere un progetto editoriale proponendolo a miss Stein una editrice di New York e raccontare attraverso la testimonianza delle domestiche i paradossi sociali del paese. Skeeter, all'inizio non trova nessuna disposta a collaborare perché impaurite dalle leggi razziali e dalle eventuali rappresaglie del Ku Klux Klan, ma poi riesce a convincere Aibileen Clark che ha perso il figlio in un incidente dove non è stato soccorso, a collaborare alla rubrica e dopo alla stesura del libro. Alle due donne si aggiugerà anche Minny che subisce la violenza del marito e presta servizio in casa di miss Celia, una delle poche persone a trattarla umanamente, emarginata a sua volta perché ha sposato lo scapolo più ambito del paese. Grazie poi alle lotte di Martin luther King e ai movimenti per i diritti civili altre domestiche si convinceranno a raccontare le loro storie. Il libro verrà pubblicato con successo, e porterà scompiglio e disappunto tra i conformisti e le benpensanti di Jackson mettendo alla berlina alcuni degli abitanti. Skeeter verrà lasciata dal fidanzato che non condivide i suoi ideali, Aibileen accusata di essere l'autrice del libro, per ritorsione, verrà incolpata di furto e licenziata mentre Minny troverà il coraggio di lasciare il marito. Alle tre donne si apre un nuovo futuro che vedrà Skeeter e Aibileen diventare probabilmente delle scrittrici.
Film quasi completamente al femminile della durata di due ore e venti di ottimo cinema senza enfasi Hollywoodiana. The help, adattato dal libro di kathryn Stockett, nonostante tratti un tema violento come quello razzista non contiene una sola scena che la rappresenti anche se la si percepisce in certi momenti. Skeeter, Aibileen e Minny sono donne avanguardiste forti e intelligenti motivate a far cambiare le cose in un posto dove vige l'ipocrisia segregazionista delle famiglie WASP del profondo sud capaci di pretendere, di comandare ed essere serviti dagli afroamericani mentre allo stesso tempo difettano nel crescere i propri figli o fare le cose di tutti i giorni come cucinare o pulire. Abituate all'ozio e alla superficialità dalla ricchezza le donne di Jackson indaffarate a giocare a carte, a tramare o scambiarsi pettegolezzi, dimenticano che il mondo intorno sta cambiando mentre loro ingabbiate nell'ignoranza continuano ad affermare che la servitù debba usare un bagno di servizio perché affetta da chissà quali malattie. Ma la metafora sociale più forte del film è rappresentata dalla torta di merda che Minny, per vendicarsi di essere stata accusata ingiustamente di furto e licenziata, fa mangiare a miss Hilly la "first lady"della città, quella che ha in mano il "potere", così cinica da essere capace di mandare la propria madre in un ospizio perché ha osato ridere di lei. The Help è l'altra faccia della medaglia rispetto a Mississippi burnin' di Alan Parker, altro grande film sulla condizione razziale degli afroamericani. Due film su cui riflettere mentre ai giorni nostri, che fanno sembrare così lontani gli anni '60, succedono cose come i fatti di Atlanta.
Di Tate Taylor, con Emma Stone, Viola Davis, Octavia Spencer. USA - Emirati Arabi Uniti - India/2011

3.09.2015

Aztec rex con spoiler


Prendete Il film Arraphao degli Squallor, aggiungeteci un po' di Jurassik park, una spruzzatina di Apocalypto,  un cast pagato con cassette di pomodori e noci di cocco, e il risultato sarà Aztec rex di Brian Trenchard - Smith: un nome una garanzia. La trama in breve: Gli Aztechi (una decina di attori in tutto comprese tre donne), invece di farne bistecche, offrono sacrifici umani ad un vecchio T-rex mentre Hernan Cortez - Ian Ziering - giunto nelle americhe, secondo la locandina, un anno prima rispetto a quello che ci raccontano gli storici, vaga smarrito inutilmente per il Messico (forse perché il film è girato a Oahu nelle Awaii?)alla testa del suo esercito (sei uomini in tutto). Gli spagnoli da prima increduli al fatto che un tirannosauro possa ancora esistere nel 1518  ma incazzatissimi poi perché pranza con uno di loro e fa merenda con l'unico cavallo che posseggono (quello di Cortez), sono costretti a organizzare una spedizione punitiva e far fuori il lucertolone gigante. Dopo averlo stanato e ucciso scoprono che il tirannosauro ha un fratello gemello, contemporaneamente tra di loro ne succedono di cotte e di crude, alcuni moriranno dopo essere scappati e avere rubato piatti, posate e bicchieri scambiandoli per il favoloso tesoro di Montezuma. In fine come premio per avere ucciso i due bestioni, uno degli spagnoli potrà trombarsi a vita la figlia del capo tribù azteco. Girato sicuramente in due giorni il film si avvale di un ottima lavanderia e una bravissima stiratrice tanto sono puliti e in piega i costumi degli attori mentre le armature nuove di zecca brillano al sole. Il capo degli Aztechi sfoggia con orgoglio, dei colori e delle pitture che fanno intuire il suo tifo per la Germania. "Arricchita"da un paio di belle gnocche e un frate che ha l'aria di saperla lunga (io avrei inserito un nano traditore segretamente innamorato della figlia del capo) questa perla trash realizzata direttamente per la tv (SciFi channel), vanta degli ottimi effetti speciali in CGI, sto scherzando, una "notevole piramide"sacrificale dei poveri costruita dagli operai della Mulino bianco con tanto di Tiny T-rex inciso su una parete. Completa il tutto una fantastica locandina "attira gonzi"che promette come Pinocchio.

Consigliato ai lettori di Topolino.

Di Brian Trenchard-Smith, con Ian Ziering, Dichen Lachmann, Marc Antonio. USA/2007

3.08.2015

Per fortuna ci sono ancora i b movies

Ambientato in Messico ma girato nelle Filippine, Originale e sorprendente nella misura in cui può essere un fumetto della SBE scritto da Vigna e disegnato da Manara, appetitoso quanto una torta al vomito, intenso e credibile quanto una puntata di Forum, terrificante come l'esame del sangue o essere visitati da un medico della Mutua, avventuroso come iscriversi ad un corso di uncinetto: La tomba, film horror per la regia di David Hunt (il defunto e criticatissimo maestro Bruno Mattei)si visiona pentendosi alla fine di non essere andati a trans o a troie. Recitato da figli e nipoti dell'addetto ai cestini e doppiato dai dilettanti amici del cugino del produttore, doppiaggio a cazzo che sicuramente non migliora le già scarse qualità della pellicola. Il film racconta di un "incredibile"gruppo di studenti archeologi che aiutati, a loro insaputa, da una strega riporta alla luce la tomba di un sacerdote maya su cui gravava una antica maledizione, e questa è la parte originale del film. Il resto praticamente è il remake de La mummia di Sommers più Indiana Jones e il tempio maledetto versione porno ma purtroppo senza la pornografia. Voi direte: ma allora è un film da evitare?! No! Assolutamente. E' un b movies girato a basso costo dove il polistirolo si spreca insieme all'alkermes, ai colori Giotto e alle lampadine per gli effetti speciali, un film che sia il regista (se fosse ancora vivo), la troupe e gli attori andrebbero processati e condannati per oltraggio ai fratelli Lumière, un film che conferma quanto ci piace farci del male ma che ha il pregio di far ridere; e farsi una risata con un b movies horror in questo mondo che si prende tanto sul serio da far paura non è cosa certamente da poco. Quindi se vi capita di trovarne una copia vicino a Laura non c'è, Alex l'ariete o Oblivion, a prezzo popolare nei cestini degli scarti di un centro commerciale, non esitate e acquistatelo.

Di David Hunt (Bruno Mattei) con Hugo BarretDavid BrassJuliette JunotFederica Lenzi. Italia/2004/Mondo Home Entertainment