Non credo che gli UFO esistano ma ci spero.
T. Sclavi
Ambientato nella Parigi dell'occupazione nazista Il lupo di David King è un true crime narrato con la forza descrittiva e il ritmo di un thriller. Sullo sfondo delle atrocità della seconda guerra mondiale, nella capitale francese agisce l'ambiguo e sinistro Marcel Petiot (nella foto) il "dottore del popolo" sedicente partigiano e benefattore che attira nella sua abitazione ebrei e disperate vittime delle persecuzioni di Hitler, illudendoli di volerli aiutare, dietro compenso, ad espatriare verso l'Argentina e la libertà. King di questo misterioso caso fa la cronaca completa attraverso le indagini del commissario della Brigade Criminelle Georges - Victor Massu: dalla scoperta casuale dei cadaveri fino all'arresto e al processo del presunto colpevole, dopo essersi documentato per tre anni e aver consultato gli archivi parigini della polizia criminale, descrivendo minuziosamente la vita e il modo di agire di uno degli assassini più follemente lucidi e pericolosi nella storia dei serial killer. David King con Il lupo firma la sua prima opera ma è già un narratore di razza, capace di coinvolgere il lettore sin dalle prime pagine; insieme ai protagonisti di questa "cronaca romanzata" ci presenta uno spaccato di quel periodo e di Parigi sotto il controllo tedesco: la Ville Lumière di Picasso, Sartre, Camus, delle puttane, dei bordelli, dei bistrot e dei teatri, facendo ruotare tutto intorno al numero 22 di rue Le Sueur dove si trova l'abitazione in cui "il lupo mannaro" accoglie le sue ignare vittime.
Una volta, in un'intervista Hugo Pratt il fumettaro, dichiarò che prima o poi sarebbe andato sull'sola di Upolu nelle Samoa, per salire sul monte Vaea dove era stato sepolto Robert Louis Stevenson che gli indigeni samoani chiamavano Tusitala (scrittore di storie) uno dei suoi scrittori feticcio. Devo ammettere che per tanti anni mi è rimasta la curiosità di sapere se poi quel viaggio per rendere omaggio all'autore de L'isola del tesoro, da parte del disegnatore riminese, papà di Corto Maltese, fosse stato fatto. La figlia Silvina Pratt nel libro Con Hugo. Il creatore di Corto Maltese raccontato dalla figlia (Marsilio editori 2008) lo racconta così... "Hugo è davvero un amante della vita avventurosa o non è piuttosto l’avventura che gli corre continuamente dietro, contro la sua volontà? Credo che preferisse trascorrere tre giorni alla ricerca di aneddoti e storie nei suoi libri, piuttosto che partire per il giro del mondo. L’avventura e gli avventurieri si sono ricongiunti a lui nella sua leggenda. La realtà talvolta è più terra terra. Come quando si è recato sulla tomba di Stevenson sull’isola di Apia*, nell’Oceano Pacifico. Mi ha raccontato che non ce la faceva, il sentiero era troppo ripido, gli mancava il fiato. Ha finito per sorvolare la tomba dello scrittore in elicottero..." Forse immaginavo questa visita un pelino più avvolta nella leggenda ma va bene lo stesso: grazie a Silvina Pratt per avercelo raccontato.