1.30.2008

SEX, PISTOLS AND PIRATES

Nel finale di The great rock 'n' roll swindle (La grande truffa del rock 'n' roll), il film dei Sex Pistols, giusto per restare in tema con il post precedente, vi è inserito, come in altre parti della pellicola, un cartone animato con protagonisti i membri del gruppo musicale che navigano su di un veliero in una versione cartoon di pirati punk. Il pezzo che fa da colonna sonora si intitola "Friggin' in the riggin' " e dovrebbe essere un pezzo tradizionale rivisitato dai 4 monelli del rock... Il testo è "moooolto" singolare e "moooolto" pirata! Guardatevi il video musicale con inserite le parole della canzone in inglese e poi leggetevi la traduzione... All' arrembaggio!

Scopando Tra Il sartiame- Eilà voi malati di scorbuto, sentite un po' cos'è successo. Fu a bordo nella bella barca Venus, per Dio, avreste dovuto esserci. La polena era una puttana in un letto e l’albero maestro un pene di mammut. Il capitano di questa bagnarola era uno sporco rotto in culo e non era sicuramente venuto al mondo per spalare merda da un posto all’altro Rit: Scopando tra il sartiame scopando tra il sartiame scopando tra il sartiame non c’era nient’altro cazzo da fare. Il capitano si chiamava Morgan, per Dio, era come una gorgona, dieci volte al giorno suonava dolci melodie col suo fottuto organetto. Il suo assistente si chiamava Cooper, per Dio, era un soldato di cavalleria, bestemmiava così tanto di continuo fino a stupirsiene da solo. Tenetevi forte e metteteci un po' di palle, coglioni! Il secondo assistente era Andy, per Dio, era un vero damerino finché non spiaccicarono il suo pisello su una roccia appuntita per essere venuto dentro la bottiglia del brandy. Il mozzo si chiamava Flipper era un fottuto lattante, si riempì il culo di vetri rotti e circoncise il capitano. Rit. La moglie del capitano era Mabel non era brava a scopare così, quei luridi merdosi, le inchiodarono le tette da un capo all’altro del tavolo nella sala bar. Il capitano aveva una figlia che cadde dove il mare era più profondo e dalle sue grida di piacere capimmo che le anguille avevano trovato l’ingresso tra le sue cosce. Rit... E ora tutti a leggere L' isola del tesoro e Peter Pan...

1.27.2008

SID IL CATTIVO

Sid Vicious (Londra, 10 maggio 1957- New York, 2 febbraio 1979), Era il bassista della punk rock band dei Sex pistols. Morto di overdose a soli 21 anni. Sid il cattivo ( questo il significato del nome) fu accusato di avere ucciso Nancy Spungen, la fidanzata che lo introdusse all'uso delle droghe, il 12 ottobre del 1978. Uscì di prigione dopo qualche mese su cauzione, ma pochi giorni dopo la sua scarcerazione fu trovato morto. Vicious lasciò un biglietto con su scritto di voler esser sepolto di fianco alla sua fidanzata Nancy Spungen con addosso i suoi jeans, la sua giacca di pelle e i suoi anfibi. Leggenda vuole che la dose di eroina fatale gli fu fornita dalla madre.
La madre di Nancy non accettò di far sotterrare Sid accanto a sua figlia nonostante la sua richiesta, quindi la madre di Vicious decise di farlo incenerire e di spargere le polveri sulla tomba della Spungen. Nonostante il suo vero nome fosse John Simon Ritchie, venne dichiarato morto sotto il nome Simon John Beverley. Nel bene e nel male anche lui fu sicuramente un artista singolare... Per ricordarlo ho scelto per voi il video dove canta, a modo suo, My way di Paul Anka, una versione che stende tutti e non solo in senso figurato...
"Noi siamo meglio di chiunque altro eccetto che degli Eagles"... detto da Sid Vicious durante il concerto tenutosi a San Francisco, nel 1978, dove i Sex pistols suonarono insieme per l'ultima volta...

C'è Hoder

Scuola del fumetto di Milano, Disegno pulito e curato nei minimi dettagli, Nel suo segno ci sono Liberatore, Villa e De angelis: è Hoder Sechi, di cui ho saputo, con piacere, tramite il blog dell'amico Luigi Serra, Che ha messo on line i suoi disegni... potete visionarli qui. Dateci un occhiata...
Nell'immagine, Zanardi visto da Hoder.

1.26.2008

CENSURA E AUTOCASTRAZIONE ( Tre passi indietro nel delirio... forse anche quattro)

Prendendo spunto dall’ottimo articolo di Michele Medda, che trovate qui, vorrei ritornare un attimo sul discorso censura. Senza volere, per carità, entrare nel sociologico, credo che comunque sia doveroso, trovandosi davanti a un atto censorio cioè attentare alla libertà di espressione dell’individuo; fare un esame di coscienza . Focalizzando l’argomento sul media fumetto. A prescindere da pressioni esterne, mi sembra che ogni casa editrice abbia sempre attuato un certo tipo di censura o auto censura sui propri prodotti. Ad esempio, una delle più grandi multinazionali che operano nel campo dell’intrattenimento: la Walt disney, che da sempre si occupa di proporre prodotti per la famiglia ha, secondo me, un contraddittorio modo di procedere, in quanto, da una parte si preoccupa di offrire dell’intrattenimento anche educativo ma dall’altra la filosofia disneyana è la negazione stessa della famiglia. Le relazioni che intercorrono tra i suoi personaggi più famosi sono sempre quelle di zio e nipote e il benché minimo cenno alla sessualità viene bandito. Il rapporto padre e figlio o madre e figlio viene evitato perché include anche il discorso della sessualità, probabilmente il bersaglio preferito, insieme alla rappresentazione della violenza, dei censori. In Italia per capire che l’argomento sesso può essere trattato e discusso nonché ironizzato, bisognerà aspettare gli anni settanta e i fumetti della Ediperiodici, sino ad allora si attuava una censura addirittura sui dialoghi dei personaggi. Il primo autore, in Italia, a mostrare gli attributi sessuali fu Magnus che intelligentemente capì che non c’era niente di male a includere nelle sue storie, in maniera esplicita, un atto così fondamentale nella vita di ognuno di noi. Nonostante si sia arrivati a una libertà di costumi dettata anche dalla possibilità di avere informazioni in tempi ultra veloci, la censura continua a colpire in tutti i settori dell’intrattenimento attuando tagli su scene che contengono riferimenti alla sessualità, eliminando dialoghi che hanno contenuti scomodi, addirittura cambiando il colore del sangue nelle scene violente dei cartoni animati. Ancora oggi in prevalenza gli eroi dei fumetti vivono vite caste e pure, preferiscono la compagnia degli amici a quella delle amiche e raramente utilizzano l’epiteto sostituendolo con frasi colorite ma che in una collocazione reale fanno ridere i polli. Fondamentalmente la censura esiste perché noi l’accettiamo e a seconda della nostra morale o etica personale ne siamo anche i fautori. Fatevi un giro e scoprirete quanti pregiudizi ruotano ancora intorno a chi porta dei tatuaggi o dei piercing. Nella nostra ipocrisia sociale c’e chi vorrebbe “camuffare” anche il proprio cesso, negando e censurando l’esistenza dei propri bisogni fisiologici. Nella nostra società si proteggono i bambini dalla violenza in generale censurando i prodotti destinati al loro consumo ma poi gli si passa sotto gli occhi un certo tipo di programmi televisivi dove si urla e si litiga in situazioni di banalità mediale. Concludendo direi che la nostra società vivendo in uno stato di apatia e delegando sempre a qualcun altro la scelta di ciò che è giusto o sbagliato, la censura se la merita, anche se io sarei a favore del censurare la censura…

1.24.2008

CHE SI FUMANO ALLA DISNEY?

Ho letto sul blog di Roberto Recchioni, le lettere che Bruno Concina, uno dei più anziani sceneggiatori e collaboratori della Disney, ha scritto e spedito alla stampa e alla casa editrice con cui ha un rapporto che dura da 30 anni e alcuni mesi... Dalle suddette lettere, traspare tutta la dignità e l'amarezza di un bravo e gentile artista che ha dedicato la propria vita e passione ai fumetti del settimanale Topolino, che a quanto pare ultimamente ha subito un calo delle vendite e debba anche smaltire parecchie storie realizzate e rimaste in giacenza non pubblicate. Il signor Concina si rammarica per il trattamento con cui la nota casa editrice lo ringrazia per la sua devozione: ignorando i suoi appelli e concedendogli di "vivere?" con i guadagni di due storie da pubblicare annualmente. Sembrerebbe che i responsabili del settimanale abbiano la ferma convinzione che i loro autori campino d'aria. Mi sembra anche di capire che a questi "dirigenti" non venga neanche per un attimo il dubbio che le condizioni in cui versa il settimanale possa essere consequenziale alle loro scelte editoriali e a pagarne lo scotto siano gli autori come Concina a cui va tutta la mia solidarietà, solidarietà che abbraccia tutti gli addetti ai lavori (gli autori delle storie) di questo bellissimo media che è il fumetto... Per saperne di più, clicca Qui, Quo, anzi, Qua...

1.23.2008

SERIALMANIA

Il noto critico Aldo Grasso ha dichiarato, qualche tempo fa, che i serial televisivi degli ultimi anni battono di gran lunga quello che ultimamente propone ll grande schermo. Un affermazione che io approvo quasi del tutto... Effettivamente il cinema degli ultimi tempi lascia un po a desiderare in quanto a coinvolgimento, pensato forse troppo in maniera consumistica per fare cassetta nelle sale di tutto il mondo. Sempre più spesso, le produzioni cinematografiche, ci propongono cast con attori famosi e super effetti speciali pur di attirare gli spettatori a visionare prodotti che dal punto di vista della trama e dei contenuti sono abbastanza esigui. Al contrario gli sceneggiatori della televisione seriale sembrerebbero molto più attenti a ciò che propongono e scrivono: certamente sollecitati dal fatto che, se si deludono le aspettative dell'utente questi con il pulsante del telecomando cambierà canale. Considerando il fatto che solitamente il cast di un serial è composto da attori meno famosi, a parte le "guest star" che vi prendono parte, rispetto al cast di un film che solitamente vede tra i suoi partecipanti attori di fama diretti da registi altrettanto noti e che in ogni caso attireranno il pubblico pagante nelle sale, il successo di un prodotto, quindi la continuity, per il piccolo schermo è tutto basato su ciò che gli sceneggiatori suggeriscono e dal grado di coinvolgimento con cui riescono ad intrigare il pubblico. Il successo o il fallimento di un serial è quindi quasi totalmente nelle mani dei suoi ideatori, che in ogni caso possono esprimersi al meglio , avendo a disposizione più tempo per fare affezionare gli spettatori ai loro caracters e alla loro storia. Un prodotto per il cinema ha l'attenuante che in, più o meno, 120 minuti, deve invece dare il massimo sia dal punto di vista della narrazione, creando tutte le condizioni perché il pubblico possa immedesimarsi ed entrare in empatia con i protagonisti, empatia resa raggiungibile e facilitata dal fatto che gli attori sono già personaggi conosciuti. Concludendo, direi che, comunque, il cinema ha sempre dalla sua l'incredibile atmosfera da sogno che crea il grande schermo oltre al condividere l' esperienza emotiva della visione con gli altri spettatori...

Ciak: oggi si gira, domani si muore...

Il locale era fumoso e pieno del vociare dei clienti. Il tirapiedi si avvicinò al suo boss, dopo avere attraversato il grande salone dove la gente ballava a ritmo dell'orchestra jazz, e gli sussurrò qualcosa in un orecchio. Sul viso del boss si dipinse un sorriso beffardo e macabro: nel firmamento di Hollywood c'era una stella in meno e una bara in più... Quando quel lunedì mattina del 16 dicembre 1935 il coroner vide il corpo sanguinante di Thelma Todd afflosciata sul sedile anteriore della sua auto, probabilmente, rimase incredulo nel verificare la morte della diva hollywoodiana conosciuta da tutti come "bionda alla crema". La deliziosa Thelma Todd aveva lavorato con Laurel e Hardy, i fratelli Marx e la sua amica Zasu Pitts in una serie di scatenate farse di Hal Roach.
I fan non l'avrebbero riconosciuta, nella sua ultima parte, quella di un cadavere ripiegato su se stesso con la bocca, l' abito da sera e la pelliccia di visone macchiati di sangue. La sua cameriera la trovò alle dieci e mezzo di mattina nel garage che Thelma divideva col suo amante, il regista Roland West. Il garage era alle Palisades, sopra la Pacific Highway tra Santa Monica e Malibu. L'interruttore dell'accensione era aperto, il motore spento, e Thelma era afflosciata sul sedile anteriore. Per macabra coincidenza, una volta aveva recitato in una scena con Groucho Marx che le diceva: " E adesso fai la brava, se no ti chiudo nel garage". Il Gran Giuri, dopo essersi scervellato per settimane su una serie di prove contrastanti, emise uno strano verdetto: " Morte dovuta ad avvelenamento di ossido di carbonio. Questa superficiale sentenza d'ufficio lasciava molti punti oscuri. Se Thelma era morta asfissiata come mai i suoi abiti erano così scomposti? Chi o che cosa le aveva fatto sanguinare la faccia? Se Thelma era morta all'alba di domenica, di ritorno dal Trocadero, come affermava la polizia, come mai alcuni testimoni (tra cui la moglie di West, Jewel Carmen) sostenevano di averla vista, la domenica mattina, passare di gran carriera l'incrocio tra Hollywood Boulevard e Vine Street, al volante della sua Packard con un aitante sconosciuto bruno al fianco? Thelma era l'amante di West da un certo tempo. Insieme, dirigevano il Thelma Todd Roadside Rest, un popolare caffè in riva al mare, sulla Coast Highway, sotto le Palisades, a pochi passi dalla scena del delitto. Dopo un lungo interrogatorio, West ammise, riluttante, di aver avuto una violenta lite con la ragazza nelle prime ore di domenica. I vicini confermarono di aver sentito Thelma urlare oscenità a West e prendere a pugni la massiccia porta d'ingresso. Esaminata, la porta rivelò segni di pedate recenti. Durante l'inchiesta venne fuori che Zasu Pitts, collega e amica intima di Thelma, le aveva prestato migliaia di dollari, che erano stati inghiottiti dalla complicata amministrazione del Roadside Rest e mai restituiti. Ida Lupino dichiarò che sebbene Thelma sembrasse spensierata come sempre, durante la festa al Trocadero le aveva confidato che stava facendo le corna a West e aveva una relazione esplosiva con un uomo d'affari di San Francisco. L'avvocato di Thelma chiese una seconda inchiesta che, secondo lui, avrebbe confermato la sua ipotesi, cioè che l'attrice era stata uccisa dai sicari di Lucky Luciano. In quell' epoca, Luciano cercava di infiltrarsi nel giro delle case da gioco clandestine della California. Aveva avvicinato Thelma proponendole di affittare il piano superiore del suo caffè, per installarvi un casinò segreto per polli, che lei avrebbe dovuto riempire di clienti chic, reclutati tra i suoi amici famosi. L'avvocato era convinto che, rifiutando l'offerta di Luciano, Thelma avesse firmato la sua sentenza di morte. Il produttore Hal Roach diventò verde in faccia solo a sentire il nome di Luciano, e riuscì a convincere l'avvocato a lasciar cadere la cosa. Si sospettava inoltre, ma non si trovarono mai prove, che fosse successo un episodio prefabbricato, messo in scena da West con l'aiuto di un'amica. La ragazza cioè, fingendosi Thelma, avrebbe fatto tutta la scena degli strilli e delle pedate sulla soglia di West, mentre lui, dietro la porta, tramortiva Thelma, la portava in macchina, girava la chiavetta d'accensione e chiudeva la porta del garage. Secondo questa teoria West avrebbe desiderato da un pezzo rompere la relazione ormai logora e commettere il delitto perfetto, come nel suo film Alibi. Prove, in questo senso, non ne emersero, ma West (che aveva diretto Lon Chaney in "The Monster" e Chester Morris in "The Bat Whispers", uno dei più straordinari gialli mai girati) non fece più un film. Sposò Lola Lane e nel 1952 morì dimenticato.Thelma aveva destato molte simpatie, sia tra gli appassionati di cinema sia tra i colleghi. Il suo funerale a Forest Lawn attirò una gran folla. L'attrice giaceva in una bara aperta, coperta di rose gialle, e grazie ai tecnici del Lawn somigliava di nuovo alla delicata Bionda alla Crema dal cuore d'oro e dalla risposta pronta. Zasu Pitts commentò: " Sembrava proprio che Thelma dovesse alzarsi a sedere da un momento all'altro e mettersi a parlare ". Ma Thelma non avrebbe parlato più: nemmeno una breve frase per dire chi l'aveva uccisa. La sua morte rimarrà uno dei misteri più inquietanti di Hollywood. Il 1935, L'anno in cui l'esplosivo diario di Mary Astor fu condannato al rogo, giunse alla fine con un tonfo agghiacciante: uno dei più sconcertanti delitti di Hollywood. Gli omicidi risolti, in genere, vengono archiviati e dimenticati, quelli non risolti lasciano un diffuso senso di malessere, che non vuol saperne di scomparire. Come successe nel caso della Bionda alla Crema. Thelma Todd (1905-1935) .
Rif. Dagospia

1.19.2008

Videogames e censura...

Qualche anno fa, guardavo in televisione un processo che vedeva sul banco degli imputati un uomo accusato di gravi abusi su minorenni. Ad un certo punto, durante l'interrogatorio, il giudice chiese all'imputato quali fossero le sue letture, l'imputato rispose che tra le sue letture c'era anche Topolino... Mi chiesi se, per caso, il pubblico ufficiale
non si aspettasse come risposta ben altro, anche perché spesso film, libri e fumetti di un certo genere sono stati accusati di essere diseducativi e di, chissà per quali misteriose ragioni , condizionare i giovani fruitori sino a farli agire come degenerati e mostruosi criminali in età adulta. Oggi il turno della " caccia alle streghe" sembra spetti ai videogames in quanto hanno destato l'interesse dei politici italiani; tanto da decidere se è il caso di promuovere una legge censoria e proibizionista nei loro confronti. I ragguagli li trovate
qui, insieme alla petizione atta a raccogliere le firme per cercare di evitare questo ulteriore e inutile controllo sul mondo ludico dei videogames di cui si fa già garante il sistema PEGI... Dal canto mio, non credo che giocare a Gta o Jak and Dexter formino il carattere di un futuro criminale, specialmente se i genitori spiegano al bambino la differenza tra realtà virtuali e realtà reali... Comunque, chissà se nei processi futuri qualche giudice chiederà all'imputato: "lei con quali videogames giocava?" e l'imputato risponda: "con Il pianeta del tesoro!"... Quello della Disney.

1.15.2008

IN QUESTO MONDO LIBERO (It's a Free World...)

Un altro film di Ken Loach, un altra spietata analisi della società in cui viviamo. Ambientato nella Londra dei nostri giorni, come altri film del regista inglese, questa volta assistiamo alle vicende di Angie, impiegata di un agenzia di collocameto per immigrati. Dopo essere stata licenziata, decide, insieme all' amica Rose, di mettere su un agenzia per conto proprio. Reduce da tante delusioni, con un figlio da crescere senza un compagno e tanti conflitti con i propri genitori, Angie gestisce l'agenzia senza scrupoli: esercita senza autorizzazione, evade le tasse e sfrutta il lavoro nero degli immigrati clandestini. Indurita dalle brutte esperienze la protagonista del film si è trasformata da agnello in lupo. Nonostante tutto, il regista riesce a farci vedere Angie come un personaggio non completamente negativo: ci descrive una bella donna ambiziosa con un forte carattere che vuole la sua occasione e una rivalsa dalla vita; una donna che ha nascosto la sua fragilità per diffendersi, come spesso succede, dalle iniquità del mondo, diventando a sua volta insensibile e a tratti ingiusta ma anche disposta a pagarne le conseguenze senza lasciarsi sopraffare. Un film da vedere.
Un film di Ken Loach. Con Kierston Wareing, Juliet Ellis, Leslaw Zurek, Colin Caughlin, Joe Siffleet, Faruk Pruti. Genere Drammatico, colore 96 minuti. - Produzione Gran Bretagna, Italia, Germania, Spagna 2007. - Distribuzione Bim

1.13.2008

RIFIUTI? SI GRAZIE...

Ancora un post sul problema smaltimento rifiuti... La parola a un esperto ecologo: L'amico Mauro. 11 punti interessanti e istruttivi. Il suo blog lo trovate qui.
1) La regione Campania è “sodomizzata” dalla camorra, ogni impresa pulita deve convivere con l’eterno terrore che da un momento all’altro possa trovarsi per strada a vendere caldarroste (chi rimane vivo). Non a caso Saviano vive sotto scorta (Chi non l’ha letto corra ai ripari).
2) Per 45 anni si sono sotterrati rifiuti tossici e nocivi. Dappertutto. Indiscriminatamente. Quella di Pianura era e sarà la discarica più grande d’Europa.
3) L’ignoranza è la peggior nemica. La maggior parte dei rifiuti tossici e nocivi (non mi stupirei trovassero zone radioattive) stoccati in non meglio precisati uliveti e agrumeti sono “gestiti” proprio dalla camorra,che “affitta” i terreni per scaricarci le schifezze del Nord. Già… proprio Milano e la Lombardia che in questi giorni fanno la voce grossa. Dovrebbero ricordarsi che qualche anno fa hanno risolto la stessa crisi esportando i rifiuti in Emilia Romagna. Dovrebbero ricordarsi che non hanno un depuratore. Dov’è finita l’acqua del Po’?
4) La maleducazione, l’arroganza, la strafottenza, il “berlusconismo” lo chiamano in molti, ovvero il “fare un po’ quello che ci pare tanto non siamo noi a pagare” ha rovinato l’Italia. L’Italia di chi una coscienza ce l’ha. Già perchè proprio come dei bambini osservano e imparano dal senso civico del papà e della mamma,gli italiani hanno ben imparato a strafregarsene delle conseguenze.
5) L’immobilità dovuta ad una politica stantia e becera. Una politica che non ha più un senso se non quello di contraddire chi sta dall’altra parte e non credendo di fare del bene ma per puro e semplice dispetto. Non mi toglie dalla testa nessuno che Napoli, avendo sotterrato schifezze di ogni tipo per 50 anni proprio ora se ne venga fuori con le discariche stracolme.. Guardacaso la gestione dell’intero ciclo di rifiuti è tutta consorziata e privatizzata. E chi è l’operatore che gestisce la raccolta rifiuti e la costruzione dell’unico termovalorizzatore nell’hinterland napoletano? L’Impregilo!!!!!!!!!!!!!!!! Devo proprio ricordarvi cos’è l’Impregilo? Una delle più grosse società di costruzione e di ingegneria, guardacaso indagata nel 2005 per corruzione e concussione…e tempo addietro per tangentopoli,si parla del ponte di Messina per chiarirci..e di chi è L’Impregilo?????? EEEeeeeeeh…a saperlo direte voi….Esatto…Ora…Che colore ha la Regione Campana e Napoli? Bhè ma che domande…Bassolino è centro sinistra, la Jervolino pure… Vi sto forse suggerendo che “qualcuno” in vacanza “stranamente” proprio in questi giorni nella sua residenza a Kuala Lumpur abbia fatto tempo addietro qualche telefonatina per rallentare la costruzione del termovalorzzatore??? Ah….l’avete pensato voi eh….
6) Termovalorizzazione e Discariche. Le discariche sono fuorilegge da anni. Dal decreto Ronchi del 1997… La termovalorizzazione inquina. Non c’è da discutere su questo, dai cloruri bruciati (plastiche di ogni tipo) e alte temperature formano diossine… composti organoclorurati dell’ordine del micron,per intenderci, anche se indossate una mascherina aspettatevi un tumore da lì a qualche anno. Ora ..il termovalorizzatore ha una combustione e una conseguente produzione di fumi rigidamente e costantemente controllata….i filtri continuamente monitorati…pensate sia meglio che i rifiuti brucino i queste condizioni o per le strade? Ho visto uomini spalare rifiuti in fiamme per le strade a mani nude senza alcuna protezione…
7) Siamo onesti con noi stessi …i rifiuti da qualche parte vanno pur messi!!!! Non fa piacere a nessuno ritrovarseli dietro casa… sappiate che la Germania è diventata ricca con i nostri rifiuti. Posso capire da vicino i problemi che stanno vivendo perché mi sono accorto della pochezza di gente sedicente “civile”. Non molto tempo fa sono riuscito, minacciando amministratore di condominio e condomini, a far ripulire gli ingressi del lotto…appena partita la raccolta differenziata è scoppiato il caos…invece di seguire le istruzioni, vuoi per poca voglia o poca disponibilità o poca coscienza i sacchetti indifferenziati si ammucchiavano per giorni addirittura davanti ai citofoni. Vogliamo parlare del nuovo sport? Battezzato il lancio del sacchetto in corsa. Quanti comuni hanno iniziato la raccolta differenziata e i cittadini per tutta risposta hanno iniziato a portarsi il sacchetto in città o in campagna? Si è perfino arrivati al fai-da-te …li bruciano direttamente nel giardino di casa… Tanto la TARSU la paghi lo stesso ‘gnurante!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
8) Si parla tanto di Napoli. Vogliamo parlare di Roma,Palermo e Milano? Qualche anno e seguiranno la stessa sorte. Ma queste sono cose che chi è del mestiere sa e ha previsto da una decina d’anni!!!! Inquietante eh?
9) Soltanto poche ore fa ho visto un gesto di solidarietà diventare anch’esso un pretesto politico… Parlo dei rifiuti Campani in Sardegna. Ora…Solidarietà pagata 200 euro a tonnellata. Oro che cola!!! La Sardegna non sta affatto diventando la pattumiera di nessuno…L’impianto di termovalorizzazione di Macchiareddu è perfettamente in grado di sostenere un’affluenza di 50 t/giorno per un intero anno senza minimamente subire contraccolpi nella raccolta nostrana. Magari ne portassero!!!!! Le polemiche scaturite stasera al Porto Canale sono prettamente mosse politiche di personaggi che non hanno più una coscienza. Trasformano qualsiasi gesto per partito preso in una guerra all’ultimo sangue. Hanno perso completamente di vista l’obiettivo che dovrebbe esser quello di aiutare e servire il cittadino!!! Se..vabbè… Pili che viene malmenato dalla polizia..Ma ce lo vedete? Stiamo parlando di colui che non sapeva nemmeno copiarsi un discorso di presentazione alla candidatura!!!!
10) Gavino Sale e IRS …frangia indipendentista. Han fatto del buono scoprendo discariche abusive a Porto Torres e Portoscuso. Continuate a vigilare ma non a strumentalizzare.
11) Tutti protestano nessuno fa nulla

1.12.2008

GUERRIGLIA E SCARAMUCCIA A CAGLIARI


Scontri a Cagliari tra indipendentisti, manifestanti e polizia anti sommossa. Molta cofusione, ( anche mentale) rincorse e Cassonetti bruciati gettati in mezzo alla strada. Il motivo è stato: L' arrivo in Sardegna della "sgradita" spazzatura proveniente dalla Campania... "Casualmente" passavo di là e ho scattato qualche, pessima, foto con il cellulare... Ma da quando si tutela l' ambiente, bruciando e distruggendo i cassonetti che paghiamo di tasca nostra?! E a cosa serve riempire di sacchi dell' immondezza un povero giardino colpevole solo di essere quello del Presidente Soru?! Forse non merita anche quel giardino di far parte del nostro ambiente?! Mah! Sarò strano io... In ogni caso: VIVA LA SARDEGNA PULITA!
Un cittadino del mondo...

1.11.2008

IL DIAVOLO BALLAVA A TEMPO DI ROCK

Quando vivevo nella città del "peccato" (Londra), se restavo senza sigarette, e avevo voglia di fumare, era mia abitudine acquistarle, anche la notte, da un vecchio distributore che distava qualche centinaio di metri dalla mia abitazione. Una di quelle notti, mentre mi dirigevo al solito distributore, venni avvicinato da una ragazza sui venti cinque anni di età, capelli scuri, magra e dalla carnagione pallidissima. Mi chiese se potevo vendergli delle sigarette, io le domandai quali erano le sue preferite, ne comprai due pacchetti e uno glielo regalai. Credo che rimase molto stupita perché questo modo di fare è abbastanza inusuale tra gli inglesi. Ricordo che ci sedemmo sopra un muretto, ne accendemmo due e cominciammo a parlare. Mi disse di essere irlandese, dietro mia richiesta, mi parlò del suo punto di vista riguardo alla situazione di conflitto tra indipendentisti irlandesi e il governo inglese, poi passammo all’ argomento musica. Vi lascio immaginare il mio stupore quando molto tranquillamente se ne venne fuori dicendomi di annoverare tra le sue amicizie di vecchia data il chitarrista dei "Led Zeppelin" Jimy Page e di essere stata tra le tante persone dello staff che seguivano il gruppo durante il tour di “The song remains the same”. Incuriosito da queste affermazioni, volli approfondire l’argomento. Sapendo che Page si occupava di magia, domandai se questo fosse vero e se lei lo avesse mai visto fare qualche rito. Da quel momento in poi divenne meno loquace e il suo viso assunse un espressione corrucciata. Mi confidò solamente questi pochi fatti: Jimy Page c’era talmente dentro alla magia rossa, che aveva dato come nome alla figlia Scarlet- Scarlatta; disse che effettivamente aveva visto il chitarrista nel suo maniero fare delle “cose”, ma nonostante le mie insistenze non volle dirmi assolutamente niente. L’ ultima rivelazione fu, comunque, quella che mi colpì di più perché concluse dicendo – Nel castello di Jimy il diavolo ballava a tempo di rock – per qualche minuto, dopo questa affermazione, pensai a tutte le leggende metropolitane di allora, quando si diceva che molti gruppi rock fossero dediti al satanismo e facessero patti con sua maestà il demonio per ottenere il successo in cambio della vita di un componente del gruppo… Immaginai i crocicchi dove sostavano a notte fonda i bluesman per incontrare il diavolo che avrebbe rivelato loro i segreti della musica nera in cambio dell’ anima…Venni destato dai miei pensieri richiamato dalla ragazza che mi chiese se andava tutto bene. Risposi di si. Veri o non veri che fossero tutti questi fatti messi insieme creavano sicuramente una bella storia da ricordare. La nottata andò avanti con due pasti acquistati in un centro di servizio per tassisti che fanno il notturno. Cosa successe dopo lo tengo per me…Quando rientrai a casa misi sul piatto del giradischi Il trillo del diavolo di Tartini e così mentre le note malinconiche di un violino riempivano la stanza, mentre fumavo un altra sigaretta, disteso sul divano; mi resi conto che alla ragazza irlandese non avevo chiesto il nome. Un nome che non seppi mai… Please to meet you. I hope you guess my name...

1.10.2008

Jean, il mirtillo e il metallo che urla...

Jean Giraud è considerato uno dei maestri assoluti del fumetto francese. capace di incredibili trasformazioni stilistiche, ha spaziato nei campi più disparati dell'arte grafica.All'età di 16 anni iniziò la scuola di arti applicate, che costituirà la sua sola formazione tecnica. A 18 anni, nel 1954, mentre ancora frequentava i corsi della scuola, pubblicò sulla rivista "Far West" il suo primo fumetto: Les aventures de Franck et Jéremie, una serie umoristica. Lo stesso anno iniziò a collaborare a "Coeurs Vaillants" con illustrazioni didattiche e numerose storie d'avventura. Nel 1960, dopo il servizio militare, divenne assistente di Jijé e inchiostrò un intero episodio di Jerry Spring. Nel 1962 con lo pseudonimo di Gir iniziò assieme allo sceneggiatore Jean-Michel Charlier la serie a fumetti Fort Navajo per la rivista Pilote, creando il personaggio di Blueberry, il protagonista di quest'ampia saga western estremamente curata come ambientazione, testi e disegni. Fu l'inizio di un grande successo: la serie continuò ininterrottamente fino al 1974; dopo la scomparsa di Charlier, Giraud ne scriverà anche i testi.Contemporaneamente a Blueberry, Giraud, stanco della serialità e dei ritmi serrati cui è costretto e desideroso di spazi di maggiore libertà, creò lo pseudonimo di Moebius e inizia una sorta di carriera parallela, realizzando storie fantastiche con un stile onirico assai personale, prima per il mensile satirico Hara Kiri, quindi per Charlie e L'Echo des savanes. Sembrò infine scomparire per poco meno di una decina d'anni. La firma di Moebius riapparve alla fine del 1974, quando assieme a Philippe Druillet, Jean-Pierre Dionnet e Bernard Farkas fondò il gruppo Les Humanoïdes Associés (gli umanoidi associati) che, nel 1975, iniziò a pubblicare la rivoluzionaria rivista Métal Hurlant, un trimestrale che raccoglieva il meglio della produzione fantastica e fantascientifica a fumetti. Sulle pagine di questa rivista fortemente innovativa, Moebius pubblicò tra l'altro la famosa serie Il garage ermetico di Jerry Cornelius, in cui arrivò ad abolire la tradizionale sceneggiatura, ma anche lo ieratico e visionario Arzach, John Difool e, nel 1981, l'Incal su testi di Alejandro Jodorowsky. Nel 1996 ha scritto i testi per il manga di Jiro Taniguchi Ikaru, poi pubblicato in Europa nel 2000.Si è cimentato anche con il fumetto americano, dando una sua interpretazione di Silver Surfer in alcune storie scritte da Stan Lee.Ha spesso collaborato alla produzione di film di fantascienza come Tron, Alien, The Abyss e Il quinto elemento. Ha tra l'altro disegnato costumi e scenografie per una produzione cinematografica tratta dal romanzo Dune di Frank Herbert, mai realizzata, che avrebbe dovuto essere diretta da Jodorowsky. Ha collaborato con il regista René Laloux per creare il film animato Les Maîtres du temps (1982) tratto da un romanzo di Stefan Wul.Il prestigio artistico di Giraud/Moebius in Francia è molto ampio, tanto da essersi visto dedicare anche dei francobolli commemorativi.

LA ZETA DI ZORRO TRA INQUISIZIONE E MASSONERIA

Mascherato, vestito di nero, sopra un cavallo; El Zorro ( la volpe) arriva con la spada sguainata, per fare giustizia, sulle pagine della rivista "All-Story Weekly" nel 1919, con la prima puntata di The Curse of Capistrano - La maledizione di Capistrano. Johnston McCulley (1883-1958) è il nome del suo inventore, ispirato dagli scritti del generale Vincente Riva Placido, un grande lettore di Dumas. Placido, nel suo libro Memorie di un impostore, del 1827, lavorando anche di fantasia, raccontava la storia di un certo William Lamport, le cui vicende si svolsero intorno alla metà del XVII secolo. William Lamport, alias Guillén Lombardo de Guzman era nato intorno al 1615 in Irlanda; dotato di grande cultura, spirito avventuroso e spregiudicato; si stabilì in Messico dopo aver combattuto su molti campi di battaglia dell' Europa ed aver sedotto dolci donzelle della nobiltà europea. Nel nuovo mondo però fu arrestato nel 1642 per ordine dell' inquisizione e accusato di stregoneria e magia nera ai fini di sovvertire lo stato per eleggersi re del Messico. In realtà, Lombardo, con una banda di molti uomini, aveva intrapreso una specie di crociata finalizzata, alla buona, a liberare gli indios e gli schiavi negri. Si dice che lombardo, dalla prigione, dopo essersi dedicato all' astrologia e alla magia, riuscì ad evadere grazie all' aiuto del diavolo, ma sicuramente questo avvenne perché fu aiutato dagli uomini della sua banda. Libero che fu, Lombardo rimase in Messico e cercò di screditare il tribunale dell' inquisizione; un affronto che gli costò la condanna a morte. Prima di essere portato al rogo (1659), riuscì a scrivere un memoriale di molte pagine e alcune di queste finirono in mano al generale Riva Placido, che le rielaborò con grande fantasia nel suo libro. Ma in che modo McCulley venne a conoscenza della realtà storica di Lombardo, al di là delle fantasie romanzate da Riva Placido? Troncarelli (Fabio Troncarelli La spada e la croce) non ha dubbi: attraverso la Massoneria, società di cui, in tempi diversi, i due scrittori fecero parte. Ma c'è di più per dare consistenza a questo singolare anello di congiunzione: la mitica "Z" di Zorro. Infatti, mentre il mito racconta che Lombardo scappò di prigione "adattandosi alla finestra" che singolarmente aveva la forma dell'ultima lettera dell'alfabeto, McCulley sostiene che: "per i massoni la "Z", abbreviazione della forma semitica Ziza (splendente) è simbolo dell'energia vitale". Un tragitto tortuoso dove ognuno ha aggiunto un po' del suo: la vicenda storica di Lombardo, con tutti gli orpelli mitici raccolti negli anni, finisce al generale Vincente Riva Placido che l'adatta alle sue necessità letterarie; con la complicità dei segreti di loggia giunge a Johnston McCulley che, non indenne dall'eco della rivoluzione messicana, la condisce con tutta una serie di ulteriori aggiunte, dando vita a Zorro, un po' Primula Rossa e un po' Robin Hood, benestante che si batte per i poveri e che lotta contro i soprusi del potere. Ne viene fuori un personaggio politicamente corretto, che recupera il mai stanco genere di cappa e spada, che fa sognare, che aiuta a sperare. Il resto lo farà il cinema ponendo dietro la maschera di Zorro volti noti come Tyrone Power e altri sconosciuti destinati però, proprio per effetto di quella maschera occultante, a trasformarsi in personaggi. Nuovi guerrieri contro le ingiustizie: gente di poche parole che si affidava a una semplice "Z", comunque complice del loro successo.
Bibliografia: Massimo Centini "Le streghe nel mondo" 2002 De Vecchi Editore. Nella foto Guy Williams. SMENTITE di Massimo Introvigne .

1.09.2008

GENOVA E I PIRATI

Nel secolo scorso, era il 1986, il regista Roman Polansky girò il film " Pirati" (quello con Walter Matthau) per le riprese fece costruire un vero galeone spagnolo, il Neptune, del 1600, in un cantiere navale di Tunisi.
Oggi il galeone in questione si trova nel porto antico di Genova, a due passi dal museo del mare Galata , fu "parcheggiato" a Genova dopo la fine delle riprese del film. La parte che si immerge dello scafo, detta "opera viva", è in acciaio ed è dotata di un motore ausiliario che gli permette di navigare alla velocità di 3 nodi. Fabbricato tenendo cura dei minimi dettagli, il galeone, non mostra alcuna parte che non sia storicamente corretta e con le vele spiegate al vento, mentre solca il mare e le onde, mantiene intatta tutta l' affascinante e dignitosa eleganza che distingue le navi a vela.
Nella foto il "Neptune".

1.08.2008

MAMMA...C'è Quentin

Dopo l'incomprensibile Giganti Spenti. Dopo il traumatizzante All'Inferno è Vietato Scorreggiare. Il terzo raccapricciante libro di Quentin Lavandino 
Porgi L' Altra Chiappa. Edizioni Toste
Sinopsi: Italia, una bella ragazza di 20 anni, decide di comportarsi onestamente in ogni frangente della vita: vuole pagare le tasse, timbrare il cartellino, lavorare impegnandosi etc. Questo modo di fare insolito però la condurrà all'isolamento sociale e a fare brutte esperienze che la condurranno pian piano verso la follia. 

PAROLE PAROLE PARAULAS


Si parte di nuovo con Paraulas, il bimestrale pubblicato dalla APE... Nuovi racconti, nuove illustrazioni, nuove tasse da pagare... Il tempo di fare la punta alla matita e via a lavorare...

1.04.2008

...E POI VENNE TEX AVERY

Fino al 1936 il mercato dei cartoni animati era dominato dai prodotti della Walt Disney: fiabe, coniglietti, principi, castelli e cerbiatti intrisi di buonismo e lieto fine da: tutti vissero felici e contenti… Ma un bel giorno arrivò Frederick Bean Avery nome d’arte Tex Avery ( Tra i suoi antenati c’erano Daniel Boone - uno degli eroi massacrati a Fort Alamo - e il giudice Roy Bean.) e le cose non furono più le stesse. Il gagliardo autore, nato il 26 Febbraio 1908 in Texas, aveva da dire la sua riguardo a buoni princìpi e principi azzurri. Convinto che la realtà fosse ben diversa da quella che fino ad allora aveva proposto il signore di Burbank, Tex diede vita ai suoi cortometraggi animati evidenziando grottescamente, e tenendo sempre a mente il suo moto: nei cartoni animati si può fare di tutto, la paranoia, il sesso, l’inestinguibile fame di qualcosa che non ci dà tregua dall’ inizio sino alla fine della nostra vita. Il cartone animato che ho scelto tra i tanti che potete trovare su YouTube ( imperdibile anche Jerkey Turkey ) è intitolato Henpecked Hoboes; una gallina alle prese con due predatori, George e Junior, vagabondi e affamati. Splendide le voci dei due personaggi: uno furbetto e l’ altro idiota. La morale, se c’è una morale, è che non sempre quello che ci attrae è privo di insidie… Buon divertimento!

PS Video in lingua inglese, ma bello da vedere, anche per chi non lo mastica… La parola chiave è: bend over, che significa: Piegati… Poi capirete perché.