12.28.2011

E per finire iniziamo bene con un po' di cultura.

L'avreste mai detto che a Toronto c'è l'edificio più alto del mondo?... Be', non se ne sa mai abbastanza. E a salirci sopra chissà che belvedere... eeeh! Il Canada, sarebbe bello averci una casetta.
Buon 2012 a tutti.

12.27.2011

Cazzafuffole

L'ordine: cambiando l'ordine dei fattori anche nelle fattorie, il latte prodotto dalle mucche non cambia.
Storia breve del bravo Ciro Mezzotondo detto Cirotondo: Nacque infante... In guerra dalla fanteria disertò e divenne famoso come fante lesto. In pace rubò imparziale, ai ricchi, ai poveri, ai poveri ricchi e ai ricchi poveri, lestofante Morì.
La cultura triciclica: Lettore sdraiato nel letto aveva letto di un lettore sdraiato nel letto aveva letto di un lettore sdraiato nel letto...
Il dettato del dittatore: a volte turbato, ma indisturbato, fogli lessi a vaste masse e guerre indissi fino agli abissi.
Il tempo cosmico: soli fuori asse, soli. ossi smossi dentro a fossi, perché siamo e forse saremo; poi, inevitabilmente: fummo.
 Il superciclopico: Ieri, ciclo ellittico. Oggi, correre nell'attico. Domani, acido lattico. Dopodomani,  uccido, lucido, il superciclopico etilico.
Psychorrore (non farcite quella torta): entrai in quel motel sull'autostrada solo perché avevo l'autoanalisi in panne. Un quadro all'ingresso mi squadrava storto, rappresentava il mare delle sofferenze: il mar-Tirio, famoso dipinto di un noto musicista metal; l'inglese MeCcanic leader dei Metal- MeCcanic. Io nato sotto il segno di Zorro, facevo il grafico mascherato difendendo il logo della Coca-Cozza e della Cozza-Cola, marchi depositati regolarmente alla SIAE. Seduto, un marmocchio trasformato in Pinocchio mi guardava storto come il quadro, ma in quella stanza tutto era storto, tutto era a soqquadro. Pigro e nullafacente un uomo pensante, all'ingresso, con il dito indicava la una dopo mezzanotte mentre lo scemo e ritardato guardava continuamente il dito a mezzanotte. Il giorno era morto da parecchie ore e già puzzava , ma si sa, i mezzi giustificati che giustificano i mezzi, hanno fine a fine anno. Presi una stanza e me la portai via inseguito da tutto il personale del motel Urlante, che urlava. Era la notte del 31 dicembre dell'anno disgrazia 20... qualcuno esclamò: "Non sparite con la torta e non sparate a quella porta".

12.26.2011

The bleach brothers

La prima e ultima avventura dei fratelli varechina.

12.17.2011

Mamma dammi la benza (Stato di necessità)

Nel territorio italiano, sull'acquisto dei carburanti gravano un insieme di accise, istituite nel corso degli anni allo scopo di finanziare diverse emergenze. Alcune di esse, però, risultano talmente anacronistiche (la meno recente prevede tuttora il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935) da suscitare non poche polemiche al riguardo.

L'elenco completo comprende le seguenti accise:

Un pessimista è solo un ottimista molto bene informato.
Anonimo
O mamma dammi la benza / non posso fare più senza Ne sento già la mancanza / esiste la dipendenza Voglio bruciar con violenza / per liberar la demenza
Gaznevada


I dati delle Accise sono forniti da Wikipedia

12.14.2011

Tortuga

A cominciare dall'intrigante e bellissima copertina di Malleus, che funge, significativa, da "overture", Tortuga  è uno di quei libri che si leggono tutto d'un fiato. Il ritmo narrativo è incalzante mentre le descrizioni di navi e costumi d'epoca ben documentati. Lo scrittore bolognese gestisce con maestria i personaggi che si muovono all'interno della storia: e si dimostra capace nel descriverne il lato più oscuro e selvaggio durante le sanguinose battaglie per il libero bottino, in un libro che, comunque, va letto come un romanzo d'avventura, senza cercare sempre e a tutti i costi il riscontro con la realtà, perché pur rifacendosi a fatti e personaggi storici, Evangelisti ci porta, giustamente, come ogni scrittore, dentro la sua dimensione narrativa. Dimensione narrativa che in ogni caso ha tutti gli elementi delle avventure di mare e dei gentiluomini di ventura (a cominciare dalle dolorose e famigerate gotte), elementi già codificati da scrittori come Stevenson, Sabatini o Salgari. Insieme a Rogério de Campos, il nostromo portoghese invaghito ossessivamente di una bellissima schiava negra, il lettore può avvertire il rollio delle navi e i venti caraibici che soffiano tra le vele, sentire le bestemmie, le urla dei torturati, gli arrembaggi e il tintinnio delle spade sporche di sangue. Una volta arrivati alla fine del libro vien voglia di rileggerlo subito, confermando ancora Valerio Evangelisti uno tra i più interessanti e capaci scrittori, di genere, italiani.


12.13.2011

Mario Tobino

Solo stando solo un uomo è libero, cioè è lui.
(da Opere scelte, a cura di Paola Italia, Mondadori, 2007)

12.02.2011

Andrei Konchalovsky

Oggi esce in Italia Lo schiaccianoci, ultimo lavoro, ma con una gestazione che risale a parecchi anni fa, del regista sovietico Konchalovsky (Maria's lovers, Siberiade, A trenta secondi dalla fine, Il proiezionista). Pieno di citazioni che vanno dalla parrucca di Andy Warhol a Gustav Klimt o al fumetto Maus di Art Spiegelman - io ve le suggerisco, voi trovatele - il film non ha subito nessuna pressione da parte della produzione. Girato in totale libertà e senza nessun controllo da parte di "dittature cinematografiche" sia da "est" che da "ovest", ha chiavi di lettura per tutti, dal trailer promette parecchio bene anche perché sembra che il regista, pur dandone una sua interpretazione, abbia rispettato in pieno lo spirito fanta-horror del famoso racconto di Hoffmann Schiaccianoci e il re dei topi.

P.S. Sarò breve: dopo aver visto che Konchalovsky con questo film ha cercato di imitare pateticamente il cinema di Terry Gilliam, dopo aver ascoltato gli inascoltabilii dialoghi, i ridicoli testi, utili quanto un avvocato muto, appiccicati e cantati sopra le belle musiche di Tchaikovsky. Posso tranquillamente affermare che Lo schiaccianoci di Konchalovsky ... è una cagata tridimensionale pazzesca!

 

11.23.2011

The new boz

"In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell' opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L' abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un pò ridotto l'handicap dell' Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili."
Mario Monti
 (Corriere della Sera del 2 gennaio 2011)

Il capo è uno come tutti gli altri, solo che non lo sa.
Anonimo


Joe e la leggenda degli ordini alieni


Se osservate attentamente il video (Clash - Rock the casbah, 1982) e la Fender Telecaster del '66 suonata da Joe Strummer, noterete che sulla cassa della chitarra compare un misterioso adesivo con la scritta...


Cercando, in rete, informazioni sulle origini o il significato di questa curiosa e se vogliamo inquietante frase, stranamente non si trova niente di certo che ne sveli il suo segreto. A parte wikipedia dove dice che l'adesivo, segno distintivo del frontman dei Clash, sta sulla cassa della sua fender dipinta di nero, sin dagli esordi del musicista. Considerando la traduzione della frase: ignora gli ordini alieni, verrebbe da chiedersi a chi è indirizzato il messaggio? Quali sono questi ordini alieni? E soprattutto chi è o chi era a darli? Se si fa memoria, musicisti come Jimi Hendrix, Frank Zappa, i Beatles o Elvis Presley, per citarne alcuni, avendo una formidabile creatività musicale capace di raggiungere e influenzare i costumi di ogni angolo di questo pianeta, da molti vengono considerati come degli "alieni". Giocando di fantasia sarebbe bello poter pensare che misteriose entità provenienti dallo spazio profondo si aggirino tra noi anche sotto forma di artisti e che attraverso la loro creatività si scambino messaggi e cerchino di migliorare questo pianeta. Non sarebbe male credere che scrittori come Francis Bacon, Jules Verne, George Orwell, Isaac Asimov, Ambrose Bierce o Philip K. Dick attraverso i loro libri, consciamente, dessero idee per lo sviluppo di nuove e future tecnologie già esistenti in altre parti dell'universo, e per finire, si potrebbe considerare Strummer oltre che come ribelle terreno anche come ribelle venuto da altri mondi a denunciare nei suoi testi, falsi e alieni profeti delle nuove tecnologie e del potere, di quest'epoca così assurda. In ogni caso, anche se
la spiegazione potrebbe essere molto più semplice: tutti gli ordini insensati andrebbero considerati come ordini alieni e quindi da ignorare;
 quel piccolo adesivo e quella scritta sono già stati consegnati alla leggenda del rock, e come sappiamo bene: tutto ciò che è leggenda non muore mai.

In memoria di Joe.

11.22.2011

Futureshorts


 Cool!

11.21.2011

Meridiano di sangue

L'epoca di Meridiano di sangue è il 1850 e i fatti che il misantropo scrittore Cormac McCarthy ci racconta si basano su personaggi e fatti reali che avvengono, come in altri suoi romanzi, al confine Tra Stati Uniti e Messico. Guidati dal glabro e corpulento giudice Holden, misterioso e carismatico personaggio, una nutrita banda di picareschi e assortiti tagliagole, tra cui John Glanton, dei pellerossa Delaware e un aggregato ragazzo di quattordici anni, girano il sudovest in cerca di indiani da scalpare per intascare la ricompensa. Scritto con la consueta spietatezza descrittiva di McCarthy, il romanzo alterna momenti sanguinosamente epici a momenti di grande follia e filosofia esistenziale. La vita e la morte assumono sfumature grottesche nell'immenso scenario degli assolati ma anche freddi deserti del Texas, dell'Arizona e del Messico. L'orrore dell'esistenza in quel meridione insanguinato crea repulsione ma affascina contemporaneamente. Tutti i personaggi si muovono in una girandola di situazioni che sembra consumarli mentre ci si avvicina al finale del libro. Per McCarthy, sono indefinibili le sfumature tra luce e buio nell'animo umano, forse non ci sono esseri umani buoni o cattivi in quell'epoca e a quelle latitudini, dove ogni ora di vita va sudata e guadagnata, ma solo uomini e donne che cercano di sopravvivere a qualunque costo. Viene in mente una vecchia battuta di Woody Allen in cui dice che il mondo è un' immensa catena alimentare, perché nonostante le brutali descrizioni contenute nel romanzo riguardo al cacciare, all'uccidere e anche al cibarsi, vera prova di supremazia tra i componenti della banda, l'ambiente in cui si muovono e tutti i loro nemici, nonostante la chiave di lettura del libro possa essere la tragedia, anche di quest'ultima, a volte, si può riderne cinicamente e di gusto. In quel manicomio nichilista che lo scrittore ci descrive minuziosamente tra Apache, mandriani, minatori, giocatori, peones, banditi, puttane, soldati, freaks, animali, merda, sangue, polvere, sporcizia e morte, la figura che prende il sopravvento su tutto e tutti è certamente quella dell'eccentrico giudice Holden. Imponente e inquietante già nell'aspetto, uomo di grande cultura, va a caccia di farfalle, annota su un quaderno e disegna molte delle cose che vede durante gli spostamenti, nonché filosofo della banda di bastardi corsari di terra che lo segue. Consapevolezza e cultura comunque non gli impediscono di affogare dei cuccioli appena acquistati o uccidere un ragazzo Apache con cui poco prima giocava, sottolineandone spietatezza e pericolosità. La violenza ossessiva di bloody McCarthy ha una cadenza ritmica, come un film di Sam Peckinpah, distribuita con abile maestria lungo tutto il percorso di un western on the road tra scontri, sparatorie, teste mozzate, uomini torturati, indiani scalpati o crocefissi, dove i protagonisti versano sangue a fiumi ridicolizzando la vita ma anche la morte, prima o poi, traguardo finale per tutti.

Trovarono gli scout perduti appesi a testa in giù ai rami di un albero paloverde annerito dal fuoco. Avevano i talloni trapassati da spole appuntite di legno verde, e penzolavano grigi e nudi sopra le ceneri spente dei tizzoni che li avevano arrostiti fino a carbonizzare le teste e a bollire il cervello nel cranio mentre il fumo usciva fischiando dalle narici. Le lingue erano state estratte dalla bocca e bloccate con pezzetti di legno acuminato che le passavano da parte a parte, e le orecchie mozzate, e i torsi aperti con schegge di selce fino a far scendere le viscere penzoloni sul petto. Qualcuno fra gli uomini si fece avanti coltello alla mano e staccò i corpi che caddero a terra e rimasero tra le ceneri. Le due forme più scure erano quelle dei Delaware, e gli altri due erano il tasmaniano e un uomo dell'est di nome Gilchrist. Nelle mani dei loro barbari ospiti non avevano avuto né favore né discriminazione, ma avevano sofferto ed erano morti imparzialmente.
Cormac McCarthy Meridiano di sangue Einaudi -1998

"L'orrore... l'orrore."
Colonello Kurtz in Apocalypse now - 1979

11.14.2011

Se il blues è la musica del diavolo...



































... Ci vediamo all'inferno!
  

11.09.2011

Novembre è sempre il mese dei morti...

La patria è un qualsiasi luogo dove si sta bene.
Cicerone

11.08.2011

"Bacia un po' il culo del gatto nero di mia sorella!" (Only 4 fans)


Il poetico titolo di questo post è preso in prestito da una frase pronunciata nel film di Sam Peckinpah Il mucchio selvaggio (Wild Bunch, 1969), e tra un po' capirete perché l'ho scelto. In realtà però questo post non parla proprio di quello splendido western del grande regista di Fresno ma di uno precedente intitolato Sierra Charriba (Major Dundee, 1965). E' cosa risaputa che Peckinpah ebbe sempre dei problemi - non è mai stato e non sarà mai comunque l'unico - con tanti produttori dei suoi film che vollero sempre imporre il loro punto di vista sul suo lavoro, anche Sierra Charriba non scampò a questo triste massacro. Infatti delle due ore e quaranta pensate e realizzate dal regista come prodotto da presentare al pubblico, la produzione (ricordiamoci che i produttori di un film sono i finanziatori, quelli che mettono i dollari) ne fece eliminare ben quaranta. Durante la lavorazione Peckinpah fu anche minacciato di licenziamento da parte  di Jerry Bresler, questo il nome del produttore della Columbia, se non avesse rinunciato a due ulteriori settimane di riprese. Il regista replicò che piuttosto si sarebbe dimesso lui stesso. A quel punto intervenne Charlton Heston, l'attore principale, che si schierò dalla parte di Peckinpah, minacciando a sua volta di lasciare il set insieme ad altri della troupe. Poi pur di fare girare le due settimane supplementari rinunciò al suo cachet di 300.000 dollari restituendoli alla produzione. La cosa fece scalpore nell'ambiente perché non vi erano mai stati dei casi precedenti, e questo diede dopo, per quel che è servito, un po' più di potere al regista sul controllo del film. Per quello che riguarda i vuoti strutturali causati dalle scene eliminate (sic), eccone alcuni dei più incisivi basati sulle dichiarazioni del regista: (1) Scena d'apertura, in cui lo squadrone di cavalleria, che non è riuscito a rintracciare Sierra Charriba in due mesi di ricerche, si dirige al ranch dei Rostes dove è in corso la festa di Halloween. Vengono presentati Ryan (il giovane narratore) e Beth Rostes che sono innamorati, il tenente Brannin, lo scout Riago, la famiglia Rostes al completo con i bambini più piccoli che giocano mascherati da Apache - (2) Scena immediatamente seguente,: la lunga, violenta, brutale sequenza del massacro ad opera degli indiani; i Rostes sono tutti uccisi - (3) Scena nella quale Dundee stappa una bottiglia di Whisky, complimentandosi con i soldati per la loro condotta nell'attraversamento del fiume. Avvengono due brindisi, uno fatto dal sergente Chillum per i sudisti, l'altro dal reverendo Dahlstrom per i nordisti - (4) Scena nella quale i soldati si rotolano per terra, ridendo istericamente ma in silenzio, perché Dundee non riesce a far muovere la mula che sta cavalcando - (5) Spezzoni della notte di festa al villaggio messicano. Dundee e Tyreen, ubriachi rivivono i giorni passati insieme a West Point. Lo scouts Potts e il sergente Gomez lottano accanitamente con il coltello, forse per gioco, forse seriamente: soldati messicani li osservano affascinati, ma Dundee rompe l'atmosfera e li separa - (6) Scena nella quale Dundee, distrutto nel morale ed ubriaco, si trascina a Durango, con annesso un flash-back delle sue memorie - (7) La scoperta del cadavere torturato di Riago: Potts vuole che Dundee stesso recida le corde che legano ad un albero lo scout della cui lealtà aveva sempre dubitato - (8) Eliminazione di tutte le scene in cui si delinea il personaggio del disertore O:W: Hadley: è rimasta solo quella della sua morte - (9) Dopo che Dundee ha fatto cadere i suoi uomini nella prima imboscata degli indiani ed il guppo ha subito gravi perdite, scena di un amaro dialogo tra il maggiore e Ben Tyreen, durante il quale il trombettiere narratore va a bere al fiume. Mentre sta per portare alle labbra il recipiente che ha immerso nell'acqua, si accorge che è pieno di sangue e lo rovescia disgustato - (10) Il finale in cui "tutti dovevano morire". Se avete visto Sierra Charriba e siete fans del cinema di Sam Peckinpah sarete d'accordo che quella gran carogna di Bresler e i vampiri della Columbia hanno privato lo spettatore e la storia del cinema di genere di parecchia roba interessante, e che c'è un bel po' di differenza tra il finale voluto dal regista e quello che invece conosciamo. Finale in cui, tra l'altro, viene a crearsi quell'incongruenza narrativa con l'inizio e il prologo del film dove il trombettiere Tim Ryan scrive nel suo diario e racconta di essere l'unico superstite degli accadimenti durante la caccia a Charriba. Anche se nel 2006 è stato pubblicato un dvd extended, director's cut, con reinserite una piccola parte delle scene eliminate, resta l'amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere il film non mutilato e con il montaggio originale. Ecco perché a nome di zio Sam posso traqullamente affermare: "Mister Bresler e Columbia... baciate un po' il culo del gatto nero di mia sorella!".
Rif. Valerio Caprara - Sam Peckinpah - L'Unità/ Il Castoro (1995)

"Sono veramente appassionato delle guerre civili e delle rivoluzioni, ma soprattutto di poter comprendere perché falliscono, perché partendo da nobili ideali finiscono spesso in catastrofi immani." 
S.P.

11.04.2011

La frontiera di Kelly Reichardt

Kelly Reichardt  è un ottima regista, indipendent, Nata a Miami, Florida. Nel suo film più recente intitolato Meek's cutoff, (2010); ambientato nell'America del 1845, racconta la storia, basata su un fatto reale, di tre famiglie di pionieri che migrano affrontando un lungo viaggio, attraverso il deserto dell'Oregon, in cui si perdono anche se condotte da  Stephen Meek  famosa guida dell'epoca, in cerca di un posto in cui insediarsi. Il cinema della Reichardt racconta storie dal carattere minimalista, spogliate completamente di quella veste da esibizione artificiosa e spettacolare tipica di un certo cinema hollywoodiano, e più vicino ai modelli quasi documentaristici di registi europei come Werner Herzog. Le inquadrature spesso statiche, con i passaggi dal giorno alla notte e viceversa, scandiscono lo scorrere del tempo e i ritmi narrativi dentro campi lunghi dilatatissimi che creano un certo senso di disagio e solitudine accentuati dalla mancanza quasi totale di una colonna sonora e da lunghi silenzi. Non ci sono eroi nell'ottica di questa capace regista, e i protagonisti delle sue storie sono esseri umani che lottano affrontando i dubbi della quotidianità, e il viaggio, tema principale di tutti i suoi film. L'approccio della Reichardt al celebratissimo genere western - caso unico, credo, da parte di una regista - è completamente disincantato e quanto di più vicino alla realtà mi sia capitato di vedere. I protagonisti della storia persi nell'immensità monotona e ripetitiva dei paesaggi americani appaiono insicuri e vulnerabili. Non ci sono eroismi o duelli, ma solo il confrontarsi con le avversità quotidiane come il ripararsi dal calore del sole, dal vento freddo o attraversare un fiume durante un lungo viaggio tedioso e interminabile. Anche l'incontro con il "selvaggio indiano" è riportato a una dimensione più credibile, niente enfasi, anche lui è vittima delle circostanze, dei capricci della natura e di quell'enorme paese dove il nemico è la siccità o lo sconfinato deserto che sembra dire agli uomini di essere piccoli e inutili. Notevole la sequenza in cui una delle donne si fa consegnare dal pellerossa uno dei mocassini per ricucirglielo, sottolineando l'importanza dei rapporti: evidenziando che il primo passo per creare relazioni tra le persone, a prescindere dalla loro etnia, sta nel fare attenzione ai dettagli, ai bisogni e ai gesti quotidiani di ognuno. La stessa donna difenderà, dopo un incidente, il pellerossa minacciato da Meek. Lo stile di ripresa della Reichardt è quello di indugiare e di ritardare permettendo allo spettatore di perdersi nelle sue inquadrature. Anche le scene notturne e di bivacco dove i pionieri dialogano tra loro o con le loro mogli, evidenziando paure e perplessità sul viaggio e sulla loro guida, avvolte in un oscurità quasi totale accentuano la percezione di realtà da parte di chi osserva. Un altro eccellente film della Reichardt che trascina dentro lo schermo lo spettatore facendolo sentire perso e spaesato proprio come i protagonisti del film.

Filmografia: River of grass, 1994. Old joy, 2006. Wendy and Lucy, 2008. Meek's cutoff, 2010.
Il cinema della Reichardt  racconta storie dal carattere minimalista, spogliate completamente di quella veste da esibizione artificiosa e spettacolare tipica di un certo cinema hollywoodiano, e più vicino a modelli quasi documentaristici di registi europei come Werner Herzog. I protagonisti della storia persi nell'immensità monotona e ripetitiva dei paesaggi americani appaiono insicuri e vulnerabili. La regista sembra dire: "Conquistare la "civiltà", per certi versi, è stato anche un avanzare lungo e tedioso". Ottimo film.
Bubo Chanbio.

10.31.2011

Falchi e colombe

"Non invecchio. Ma neanche ringiovanisco. Mi abituo solo alla conformazione di questo paese".
Neil Young, Hawks and doves, 1980.

10.25.2011

Stato di decomposizione

"Lo Stato è come la religione, vale se la gente ci crede."
Errico Malatesta

10.21.2011

'Sta N.A.T.O.

 L 'oro nero paga dittature che uccidono come il cancro e la fame. E come per il cancro e la fame bisogna fare di tutto per combatterle. Però chi è colpevole di delitti contro l'umanità andrebbe processato e condannato secondo le leggi internazionali piuttosto che giustiziato e macellato. Lo scempio e l'accanirsi su corpi, ormai inermi, rende troppo simili, nelle azioni, giustizieri e giustiziati... Che ne dici mister Obama?!

10.15.2011

Ancora 'sto governo...

Qui intanto tempesta.

10.14.2011

Battaglie e bottiglie

Qualche giorno fa, mentre cenavo in un ristorante, mi è capitato di ascoltare il dialogo tra un cliente e una giovane cameriera. Il cliente lamentava di avere ricevuto una bottiglia di vino scaduto perché datato 2009. L'incredula cameriera, gentilmente e con pazienza, cercava di far notare e capire all'ottuso signore che un vino ha sempre una data d'imbottigliamento e non di scadenza e più passa il tempo e più il vino, se ben conservato, diventa buono e prezioso. Ma non c'era verso di far entrare nel cervello, in vacanza, di quell' uomo, nessun tipo d'informazione enologica, perché probabilmente concentrato e anche con grande sforzo su quella immensa cazzata che recita: il cliente ha sempre ragione. Così il tizio ha continuato a lamentare di sentirsi gabbato, sin quando non è intervenuto un responsabile del locale che ha posto fine alla battaglia verbale scusandosi personalmente dell'incresciosa svista. Questo paese sta finendo a pezzi anche perché si continua a dare ragione a chi non ce l'ha, mentre Mafalda nella vignetta ce l'ha pienamente.

10.12.2011

Non hai vinto ritenta

Il mio Pinocchietto non è stato scelto. Va bene, sarà per la prossima volta. Mi piacerebbe conoscere in ogni caso le modalità di s-elezione, da parte degli organizzatori, che in certi casi sembrano  abbastanza discutibili. Qui trovate gli elaborati che sono stati scelti: in culo alla balena a tutti quanti. 
0____-

Sembra ieri...

Ai nostri governi. Ai nostri governanti.
(Disegno analogico)

10.06.2011

Wikipedia ha vinto, sì, però...


...Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire.
George OrwellLa libertà di stampa, 1945

Tutto a posto tra Vasco e Nonciclopedia...

 ...E rivissero tutti felici e cazzeggianti. Non si fa in tempo a scrivere un post che dà la possibilità di sparlare di qualcuno che subito, praticamente alla velocità della luce, cambia la situazione. Ebbene sì, la lieta novella è che dopo aver fumato il calumet della pace, ritirata la denuncia partita nei confronti dei gestori di Nonciclopedia, cancellate le pagine inquisite e accusate di offese nei confronti di Vasco Rossi il rocker più suonato d'Italia (e sì, a  sessant'anni suonati, accordati e risuonati, vanta ancora miliardi di ascoltatori), Nonciclopedia riapre i battenti dopo qualche giorno di sospensione e depressione... Auguri, ragazzacci!

10.05.2011

God bless America (così, a mente fredda... dopo la tempesta)

 
God bless the people of Iraq, Afghanistan, Cermis, Perugia and all Italy too.

Illusioni


10.04.2011

Vasco Rozzi vs Nonciclopedia


  • 6000 a.C.: l'uomo forgia i metalli.
  • 3200 a.C.: l'uomo inventa la scrittura.
  • 7 febbraio 1952: nasce Vasco Rossi...
  • da Nonciclopedia
  • 1 aprile 19... Vasco Rozzi perde il senso dell'umorismo, l'autoironia, se stesso e una cartina dell'Emilia - Romagna. Cercherà di ritrovare almeno la cartina ma invano (qualche fan deve avere imboscato tutto a casa sua e ora ne fa bella mostra con gli amici); il primo febbraio del 2010 la deleteria mancanza di autoironia, e la lungimiranza di un leguleio preoccupato di non ricevere più il suo salario: "Questi ti diffamano, ti sputtanano, perdi credibilità e finisce che ridiventi povero", darà l'avvio alla sospensione, da parte dei gestori di Nonciclopedia, del sito nato per farsi 4 risate tra amici.  Qui  e qui trovi tutte le 
  • spiegazioni di questo ennesimo pietoso, italico, caso umano.

10.03.2011

Fairy tales




Le fiabe dicono più che la verità. E non solo
perché raccontano che i draghi esistono,
ma perché affermano che si possono sconfiggere.
G. K. Chesterton

10.02.2011

9.26.2011

Un gentleman tra le nuvole


Piombo e legno

Mentre 20.000 zanzare ronzolavano verso Zanzibar, una pallottola dum dum rimbalzava sul cuore di un Pinocchio mentre un'altra zigzagava dentro la testa di un manichino. Riversi sul pavimento, sanguinanti, ormai freddo legno. Una pistola giaceva anch'essa morta e fumante vicino alla mano del manichino, si sa, ottembre fa di questi scherzi... L'ispettore Bordot si chiese se c'era una volta e adesso non c'è più, se forse i Patapurri ne sapessero qualcosa, ma tutto sommato era meglio così. Mentre dalla carta colorata colavano bugie e fiori rossi cominciò a piovere azzurro, a nevicare finché il caldo estivo non si portò via tutte le lettere zeta. Le "anare" infatti erano arrivate a "anibar". Ma tutto questo non ha importanza, Un Bugìo aveva ucciso quel Pinocchio scambiandolo per un Pinecchio mentre un triasta senza talento aveva fatto fuori il manichino scambiandolo per un piedichino. E sì! A volte ad essere sordi... Quella sera quando l'ispettore Bordot rientrò a casa stanco, diede da mangiare al suo pappamagot cantandogli la solita sciogli ninna: " Dinduran dindurundava dandarando dal dindor e dindirando dindirindava dando al dondo del dandor!" Poi... a dormire.

9.20.2011

Marina Cafè Noir


Il marina cafè noir è un festival, presentato dall'associazione culturale Chourmo, di letterature applicate che si svolge in uno dei vecchi quartieri di Cagliari, giunto quest'anno alla nona edizione. Tra dibattiti, mostre e musica si possono passare cinque interessanti giorni  all'insegna della cultura e dell'informazione. Il numero degli ospiti, tra attori, scrittori, fotografi, musicisti, giocolieri etc, è quasi infinito. Eccone qualcuno...

  Da destra: Mario Dondero, fotoreporter, Uliano Lucas, fotoreporter, Ziyah Gafic, fotoreporter, Marco Matthieu, giornalista di Reppublica.  
Davide Dutto, Fotoreporter.
 
 Otto Gabos (al centro, e due organizzatori della Chourmo), cartoonist.
I fratelli Vigliacci della premiata ditta Vigliacci dei VitaminaCirco, giocolieri e saltimbanchi (lo so, non si vede una cippa).
E un sacco di tant'altra bella gente... Iaia Forte, Paolo Fresu, Alessandro Negrini, Paul O'Connor,  Ratapignata, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Pia Valentis...
E per finire i Bandaradan, un gruppo torinese di musica da strada: semplicemente fantastici.

9.14.2011

Kedar il corsaro

Il cartello che indica l'sola di Belsedere dove è ambientata la storia di Kedar il corsaro
Sinopsi
Abbandonato dai suoi uomini, dopo un ammutinamento, in  un isola al largo dei caraibi siciliani, il capitano Beppe Bartolomeo Kedar originario di Merdirindò, è costretto, per salvare la ghirba, a nuotare sino all'isola della Tartaruga zoppa. Nella taverna dello Squalo sdentato, incontra Pietro Jones Strozzacapponi, uno studente boscombiano che ha smarrito la via di casa nella quarta dimensione, girando a sinistra invece che a destra. Dopo un pranzo, nel paese di  Squarciapanza, a base di pepata di cozze e cotiche alla giamaicana; una fumatina di boorbucka oppiata e una visita al bordello di madame Ladow, i due rubano l'Euclide-Tissin-Kula, un brigantino di seconda mano parcheggiato in doppia fila, e fanno rotta a folle velocità, tracannando Grog e Bumboo, verso lo scoglio di Trepalle. Cambiati gli abiti e falsificati i documenti, Beppe e Pietro tramite annuncio sul giornale, L'urlo del pirata, arruolano Roccocomero il nano, mozzo a mezzo servizio, Smith Bosconero più famoso come Bosconero Smith o Minkyowski il matematico, e i gemelli Charlie Vagli Sotto e Arthur Vagli Sopra, rispettivamente nostromo e nocchiero. Con questa ciurma di duri, bastardi, lestofanti, carogne, fottimadre, tagliagole, puttanieri nonché schiuma dei sette mari, il capitano Kedar si dirigerà, ignorando la segnaletica orizzontale e verticale, verso l'isola di Belsedere, dove insieme al suo nuovo equipaggio ne combinerà di cotte, di crude e se ne farà di tutti i colori...
Nonopsi (ma dammi una pepsi)
Scritto dall'esordiente borgomasco: Mario Ficomorto, e disegnato dall'umbrino: Ciro Africa. Kedar il corsaro è una ventata di aria fritta nel desertico panorama fumettistico di questi ultimi anni. Il ritmo della storia è incalzante e mirato a creare tensione e torsione nel lettore. I dialoghi sono incredibili ma i protagonisti possono essere tranquillamente dei credibili vicini di casa (se abitate dalle parti di un penitenziario). I disegni di Ciro Africa, clastrici e diretici come sempre, non hanno bisogno di commenti in quanto tutti gli addetti ai lavori, incluso anche il mio fruttivendolo, conoscono la maniacale precisione e il gusto per i dettagli di questo giovane disegnatore terrazzino.
Kedar il corsaro N°1, L'isola di belsedere. Inganni Edizioni. 

9.10.2011

Orizzonti lontani 2

Merdindirindina!... Scopri che drammatico dramma sta accadendo alle spalle della bambina.

9.09.2011

Orizzonti lontani

Se il sud non ci fosse bisognerebbe inventarlo.

Gallows pole

Mentre il fiume scorre lento, l'ultima danza la ballerai col vento.
Per non volere uccidere, lasciasti il tuo fucile, cercando rifugio tra la paglia di un fienile.
Ma il padrone vedendoti non capì il dolore, e come Giuda tradì per trenta denari.
I soldati, il processo, ed un giudice come Dio in terra, sentenziò, disertore, vigliacco di guerra,
 poi la tua condanna urlò.
Così, per la tua gentile anima, ad una guerra, sorda. Ti ricompenseranno col cappio di una corda.
Ora non hai più occhi per guardare, non hai più voce per urlare. Non hai più orecchie per udire
corvi neri che volano intorno a te, leggeri.
 E suonerà il tamburo e ballerà la morte
per un altro uomo di sventurata sorte.

9.07.2011

For fans only

For fans only, il numero 11 della IV stagione di John Doe è giocato tutto tra finzione e realtà fumettistica. Gli autori  inserendosi nel contesto, svelano ai lettori e allo stesso protagonista, tra innumerevoli, divertenti citazioni, come gli hanno dato vita e chi "probabilmente" muove i fili e decide della sorte del protagonista di una serie. Una delle citazioni che mi e piaciuta di più è sicuramente la "libera" rivisitazione della copertina dell'album The freewheelin' di Bob Dylan, in una vignetta disegnata dal bravo Flaviano Armentaro. Un notevole numero del "golden boy", sicuramente da non perdere.
John Doe N° 11, Agosto 2011. Testi di Bartoli e Recchioni. Disegni di Nizi, Bertelè, Armentaro, Rossi Endrighi. Editoriale Aurea S.R.L.

8.28.2011

Sono Marxista - Allenista

Fatto e finito!
(Woody e Groucho. Schizzo a matita e prova colore)
Amo è la parola più pericolosa per il pesce e per l'uomo!
Durante la grande depressione del 1922 erano i piccioni a portare da mangiare ai passanti in Central Park.
Naturalmente nella vita ci sono un mucchio di cose più importanti del denaro. Ma costano un mucchio di soldi!
Come ci si puo divertire in una festa in cui le birre sono calde e le donne sono fredde?
Questi sono i miei principi. Se non ti piaccioni, ne ho altri.
Trovo la televisione davvero molto istruttiva. Ogni volta che qualcuno mette in funzione l'apparecchio, me ne vado nell'altra stanza a leggere un libro.

8.23.2011

My generation R.I.P. (Rock In Peace)

Il video con l'esibizione degli Who allo Smothers brothers comedy hour nel 1967, dove Keith Moon, nel finale, fece brillare dell' esplosivo senza avvisare gli altri componenti del gruppo. A causa della detonazione, Pete Townshend, temporaneamente, perse dall'orecchio destro la capacita d'udito del 90%. Le risposte che la band dà al presentatore, durante l'intervista, sono esilaranti.
Presentatore: "Come ti chiami?".
Risposta: "Pete!".
Presentatore: "Da dove vieni?".
Risposta: "Londra".
Presentatore: "Londra, dove?".
Risposta: "Londra, Inghilterra!".
Presentatore: "E dove hai imparato lo stile di far ruotare il braccio quando suoni?!".
Risposta: "Bowling, semplicemente bowling!".
Quando si rivolge a Roger dopo averlo volutamente ignorato la prima volta per intervistare John Entwistle che dice il suo nome e risponde semplicemente che anche lui viene da Londra, Daltrey conferma che "dovrebbe essere Roger" e dichiara di venire da Oz; mentre Moon afferma: "Gli amici mi chiamano Keith, ma tu puoi chiamarmi John!"...A parte l'incidente, il finale è veramente esplosivo e degno degli Who.

La città



Metropoli. La roccaforte del provincialismo.

Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911

Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.
Italo Calvino, Le città invisibili, 1972
Piccola città, bastardo posto...
Francesco Guccini, Piccola città, Radici, 1972