L'epoca di Meridiano di sangue è il 1850 e i fatti che il misantropo scrittore Cormac McCarthy ci racconta si basano su personaggi e fatti reali che avvengono, come in altri suoi romanzi, al confine Tra Stati Uniti e Messico. Guidati dal glabro e corpulento giudice Holden, misterioso e carismatico personaggio, una nutrita banda di picareschi e assortiti tagliagole, tra cui John Glanton, dei pellerossa Delaware e un aggregato ragazzo di quattordici anni, girano il sudovest in cerca di indiani da scalpare per intascare la ricompensa. Scritto con la consueta spietatezza descrittiva di McCarthy, il romanzo alterna momenti sanguinosamente epici a momenti di grande follia e filosofia esistenziale. La vita e la morte assumono sfumature grottesche nell'immenso scenario degli assolati ma anche freddi deserti del Texas, dell'Arizona e del Messico. L'orrore dell'esistenza in quel meridione insanguinato crea repulsione ma affascina contemporaneamente. Tutti i personaggi si muovono in una girandola di situazioni che sembra consumarli mentre ci si avvicina al finale del libro. Per McCarthy, sono indefinibili le sfumature tra luce e buio nell'animo umano, forse non ci sono esseri umani buoni o cattivi in quell'epoca e a quelle latitudini, dove ogni ora di vita va sudata e guadagnata, ma solo uomini e donne che cercano di sopravvivere a qualunque costo. Viene in mente una vecchia battuta di Woody Allen in cui dice che il mondo è un' immensa catena alimentare, perché nonostante le brutali descrizioni contenute nel romanzo riguardo al cacciare, all'uccidere e anche al cibarsi, vera prova di supremazia tra i componenti della banda, l'ambiente in cui si muovono e tutti i loro nemici, nonostante la chiave di lettura del libro possa essere la tragedia, anche di quest'ultima, a volte, si può riderne cinicamente e di gusto. In quel manicomio nichilista che lo scrittore ci descrive minuziosamente tra Apache, mandriani, minatori, giocatori, peones, banditi, puttane, soldati, freaks, animali, merda, sangue, polvere, sporcizia e morte, la figura che prende il sopravvento su tutto e tutti è certamente quella dell'eccentrico giudice Holden. Imponente e inquietante già nell'aspetto, uomo di grande cultura, va a caccia di farfalle, annota su un quaderno e disegna molte delle cose che vede durante gli spostamenti, nonché filosofo della banda di bastardi corsari di terra che lo segue. Consapevolezza e cultura comunque non gli impediscono di affogare dei cuccioli appena acquistati o uccidere un ragazzo Apache con cui poco prima giocava, sottolineandone spietatezza e pericolosità. La violenza ossessiva di bloody McCarthy ha una cadenza ritmica, come un film di Sam Peckinpah, distribuita con abile maestria lungo tutto il percorso di un western on the road tra scontri, sparatorie, teste mozzate, uomini torturati, indiani scalpati o crocefissi, dove i protagonisti versano sangue a fiumi ridicolizzando la vita ma anche la morte, prima o poi, traguardo finale per tutti.
Trovarono gli scout perduti appesi a testa in giù ai rami di un albero paloverde annerito dal fuoco. Avevano i talloni trapassati da spole appuntite di legno verde, e penzolavano grigi e nudi sopra le ceneri spente dei tizzoni che li avevano arrostiti fino a carbonizzare le teste e a bollire il cervello nel cranio mentre il fumo usciva fischiando dalle narici. Le lingue erano state estratte dalla bocca e bloccate con pezzetti di legno acuminato che le passavano da parte a parte, e le orecchie mozzate, e i torsi aperti con schegge di selce fino a far scendere le viscere penzoloni sul petto. Qualcuno fra gli uomini si fece avanti coltello alla mano e staccò i corpi che caddero a terra e rimasero tra le ceneri. Le due forme più scure erano quelle dei Delaware, e gli altri due erano il tasmaniano e un uomo dell'est di nome Gilchrist. Nelle mani dei loro barbari ospiti non avevano avuto né favore né discriminazione, ma avevano sofferto ed erano morti imparzialmente.
Cormac McCarthy Meridiano di sangue Einaudi -1998
"L'orrore... l'orrore."
Colonello Kurtz in Apocalypse now - 1979
"L'orrore... l'orrore."
Colonello Kurtz in Apocalypse now - 1979
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