4.11.2018

I fumetti a Barcellona

Tra gli ospiti ci sono anche Vittorio Giardino, Stan Sakai e Jordi Bernet. NO, niente!

2.13.2018

Mentre il tempo passa...


Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà.
(Woody Allen)

La morte è il modo che ha la vita di dirti che sei stato licenziato.
(Anonimo)

La morte non è così tragica. Tra cent’anni, ciascuno di noi non ci penserà più.
(Boris Vian)

La morte è il modo che la natura ha di dirti che devi rallentare.
(Oscar Wilde)

Quello che siete fummo. Quello che siamo sarete
(Iscrizione su alcuni cimiteri)

Per tre giorni dopo la morte i capelli e le unghie continuano a crescere ma le telefonate calano progressivamente.
(Johnny Carson)

Che cosa non mi piace della morte? Forse l’ora.
(Woody Allen)

I cimiteri sono pieni di gente di cui il mondo non poteva fare a meno.
(Elbert Hubbard)

Era un uomo così antipatico che dopo la sua morte i parenti chiedevano il bis.
(Totò)

La vita è somma. Gioventù + maturità + vecchiaia = m 2,50 di lunghezza x 1,50 di profondità.
(Guido Rojetti)

E fattela una risata, che magari ti addormenti in pigiama e ti risvegli vestito elegante.
(Tristemietitore, Twitter)

Darei la vita per non morire.
(Anonimo)

Venite vivi a visitare i morti prima che morte a visitar vi venga.
(Iscrizione su alcuni cimiteri)

‘A morte ‘o ssaje ched’e?… è una livella.
(Totò)


2.01.2018

Apaches


Ribelli sino alla fine, spietati e con una eccezionale capacità di adattamento alla vita negli aridi e assolati deserti tra il Texas e il Nuovo Messico gli Apaches sono stati una delle nazioni indiane più agguerrite nei confronti del governo americano e messicano. I film che li rappresentano meglio sono, a mio parere: Nessuna pietà per Ulzana (1972), di Robert Aldrich, e Geronimo (1993), di Walter Hill. Il primo racconta del capo Ulzana che fuggito dalla riserva insieme al figlio e a un gruppo dei suoi uomini, seminerà distruzione e morte tra i coloni insediati nel territorio indiano; per cercare di catturarlo verrà mandato un plotone dell'esercito guidato da Mcintosh un ironico quanto disincantato scout interpretato da Burt Lancaster. Uno scontro tra l'ipocrita "umanità" dei bianchi e la "disumanità" a cui sono legate le tradizioni religiose Apaches. Hill nel suo film invece ci racconta la vita della controversa figura dell'indomito capo Geronimo che scappato più volte dalle riserve combatterà la sua lunga guerriglia contro l'esercito degli Stati Uniti e i messicani fino a quando compresa la definitiva sconfitta della sua gente si arrenderà all'inarrestabile espansionismo dei bianchi... Due grandi film che anche a distanza di tempo fanno riflettere e trasmettono sempre qualcosa.

1.31.2018

Storie di pirati, canaglie e pezzi da otto

I pirati , i corsari, i bucanieri e tutte le canaglie che hanno solcato i sette mari continuano ad avere, visto il successo al cinema della serie di film con protagonista Johnny Depp: Pirati dei Caraibi, quel loro fascino salato che tanto piace allo spettatore. Cominciò tutto con Robert Louis Stevenson quando scrisse L'isola del tesoro, il romanzo per antonomasia sulla figura dei "gentiluomini di fortuna", il personaggio di Jim Hawkins ma soprattutto quella di Long John Silver hanno un posto d'onore nel nostro immaginario collettivo grazie anche al cinema e alle centinaia di interpretazioni che da sempre ne danno gli illustratori. Un occhio guercio coperto da una benda nera, una gamba di legno al posto di quella mozzata, un uncino che sostituisce la mano che non c'è più, il pappagallo sulla spalla come compagnia, il tesoro nascosto su di una introvabile isola caraibica, l'immancabile orecchino d'oro, la bottiglia di rum; tutti requisiti che evocano la figura temibile e minacciosa dei "fratelli della costa". Ne scrisse di loro anche un altro formidabile scrittore che risponde al nome di Daniel Defoe e fu così che venimmo a sapere de l'Olonese, di capitan Kidd, di Barbanera, di Calico Jack, di Morgan, di Drake... Ma il Jolly Roger, il loro vessillo, lo ritroviamo anche nei libri di un altro grande romanziere: Emilio Salgari che, al contrario del suo ricco collega francese Jules Verne, morì suicida vittima della povertà (grazie Italia) che ci raccontò del corsaro Nero, dei fratelli e della figlia del corsaro nero. Nella realtà la pirateria sul mare comincia ad esercitarsi sin dai tempi antichi quando il mediterraneo era solcato dalle navi romane e greche , da quelle moresche, dai Narentani che depredavano i commercianti veneziani, per arrivare ai vichinghi dei mari del nord. ai pirati malesi, cinesi, filippini, a quelli catalani, ai barbareschi e poi ai pirati più moderni e famosi ossia quelli che attaccavano i galeoni spagnoli carichi di tutto quello che veniva preso nelle colonie ispaniche delle  Americhe di recente scoperta. Anche i fumetti come il cinema e la letteratura vantano una lunga serie di racconti illustrati dedicati ai predatori del mare; uno per tutti è Capitan Gambamozza (2000) su testi di Abuli (Torpedo 1936) e disegni di Rossi (West). Cinico e irriverente come sempre lo scrittore francese ci serve una serie di racconti brevi e cattivi che riguardano la ciurmaglia del "legno" "Veleno", supportati dagli splendidi e divertenti disegni di Christian Rossi. Purtroppo In Italia, di due, è stato pubblicato solo il primo tomo da Edizioni Di.
Il secondo tomo (2007) di Capitan Gambamozza nella versione spagnola.
Titolo originale Capitan laGuibole2.

Quetzalcoatl


Quetzalcoatl, tomo secondo; La montagna di sangue, 1998.
 Quetzalcoatl (In Italia viene publicato da Alessando Editore) anche se datato, il primo tomo risale ormai al 1997,  rimane uno dei capolavori del fumetto mondiale. Scritto e disegnato splendidamente da jean- Yves Mitton (Vae Victis!), diviso in sette tomi, ci racconta la conquista del Messico, attraverso gli occhi di Donna Marina la Mexica che, forse, per vendetta accompagnò Cortez alla conquista di un impero. Assolutamente consigliato se vi piace la storia e avete letto La conquista del Messico, di William H. Prescott, e il romanzo L'azteco, di Gary Jannings.

Quasi meglio di Star Wars

La locandina  e la scritta, un po' stile Indiana Jones, anticipano ed esprimono chiaramente lo spirito goliardico, citazionista e zuzzurellone del film. Notare anche il feroce space possuns che rivedremo sbucare dalla sabbia anni dopo nella quarta  pellicola dell'eroe di George Lucas e Steven Spielberg.
Prendete Guerre Stellari, Alien, Blade Runner, Dune, Madmax, un po' di Monty Pyton e Mel Brooks: shakerate tutto e verrà fuori un b-movie demenziale e goliardico come I pirati dello spazio (1984, The ice pirates è il titolo originale). Bocciato e preso a pomodorate da tutti, anche dal mio fruttivendolo, il film commedia diretto da Stewart Raffill è una specie di omaggio con tanto di citazioni - presa per il culo alle ormai classiche pellicole di fantascienza. Privo però di una qualsivoglia decenza, e in certi momenti forse anche imbarazzante, ma mai come Nient'altro che guai, di Dan Aykroyd (1991), I pirati dello spazio, nonostante annoveri tra i suoi attori Mary Crosby figlia di Bing Crosby, nel ruolo della principessa, molto più carina e sexy di Carrie Fisher, Ron Perlman, Angelica Huston, e un cameo con la breve apparizione del mitico John Carradine (c'è anche una verde aliena che sembra Wanna Marchi) secondo la critica che lo ha stroncato senza pietà, rasenta più volte il ridicolo o meglio tutto quello che in un film non andrebbe fatto. Eppure nonostante l'apparente pochezza della sceneggiatura e le ambientazioni kitsch è un film fricchettone e divertente, venato a tratti di un  leggero humor inglese e con un inaspettato frizzante finale con il cattivone o villain che sembra Fu-Manchu. Una commedia, rivalutabile, di serie b che va conservata e rivista nei "momenti, no" della propria esistenza a ricordarci che a volte può esserci bene anche in quello che sembra fatto male.

1.17.2018

Jabberwocky

Fa sempre bene vedere un film di Terry Gilliam con i Monty Python.

"Era brilloso, e gli alacridi tossi succhiellavano scabbi nel pantùle Mèstili eran tutti i papparossi E strombavan musando i tartarocchi."