12.14.2011

Tortuga

A cominciare dall'intrigante e bellissima copertina di Malleus, che funge, significativa, da "overture", Tortuga  è uno di quei libri che si leggono tutto d'un fiato. Il ritmo narrativo è incalzante mentre le descrizioni di navi e costumi d'epoca ben documentati. Lo scrittore bolognese gestisce con maestria i personaggi che si muovono all'interno della storia: e si dimostra capace nel descriverne il lato più oscuro e selvaggio durante le sanguinose battaglie per il libero bottino, in un libro che, comunque, va letto come un romanzo d'avventura, senza cercare sempre e a tutti i costi il riscontro con la realtà, perché pur rifacendosi a fatti e personaggi storici, Evangelisti ci porta, giustamente, come ogni scrittore, dentro la sua dimensione narrativa. Dimensione narrativa che in ogni caso ha tutti gli elementi delle avventure di mare e dei gentiluomini di ventura (a cominciare dalle dolorose e famigerate gotte), elementi già codificati da scrittori come Stevenson, Sabatini o Salgari. Insieme a Rogério de Campos, il nostromo portoghese invaghito ossessivamente di una bellissima schiava negra, il lettore può avvertire il rollio delle navi e i venti caraibici che soffiano tra le vele, sentire le bestemmie, le urla dei torturati, gli arrembaggi e il tintinnio delle spade sporche di sangue. Una volta arrivati alla fine del libro vien voglia di rileggerlo subito, confermando ancora Valerio Evangelisti uno tra i più interessanti e capaci scrittori, di genere, italiani.


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