1.22.2016

Il bastardo il bruto e il maledetto


Klaus Kinski, tre cappa tra nome e cognome, cappa come in Kriminal, e forse criminale lo era davvero. Odiato per il suo egocentrismo (vedere la pièce teatrale Jesus Christus Erloser),

dichiarato psicopatico dalla commissione medica del manicomio in cui venne rinchiuso negli anni '50. Pasquale Squitieri disse di lui che era feroce come una belva, mentre Jesus Franco lo definì "un figlio di puttana. Accusato, dopo la sua morte, dalla figlia Pola di averle usato violenza dai 5 sino ai 19 anni, non si stenta a crederlo perché dietro quello sguardo allucinato in Kinski si poteva nascondere di tutto, dal pedofilo all'aguzzino immorale, stupratore, violento e senza legge. Del resto lui stesso affermò che ogni occasione di fornicare andava presa al volo, fosse anche la madre, la sorella o la figlia la persona con cui accoppiarsi. Di questa ossessione sessuale ne fecero le spese molte delle sue colleghe, spesso vittime del suo incontrollabile temperamento erotico. Il regista Werner Herzog che con Kinski condivise in gioventù l'abitazione, e tra urla e litigi girò 5 storici film, racconta delle sfuriate dell'attore sul set e fuori dal set, che lo portarono più di una volta al pensiero di uccidere l'interprete più carogna della storia del cinema. Nonostante i suoi eccessi, la megalomania, la faccia tosta e l'accapigliarsi con chiunque, non si può escludere che Kinski fosse un ottimo attore, e forse proprio a causa di quella rabbia che si portava dentro da sempre. Herzog racconta che quando vivevano insieme, Kinski preso dalla collera si chiuse nel bagno per due giorni e lo distrusse per sfogarsi. Il suo modo di entrare in scena, e quella faccia scavata, dallo sguardo perso lo rendevano perfetto per i ruoli da villain violento e incontrollabile, Con quella maschera plasmabile ha segnato parecchi punti a suo favore lavorando anche con registi molto importanti, Billy Wilder per esempio, e ricevendo una nominaton all'Oscar. Immortalato per sempre dai tanti film western che girò in Italia come Il grande silenzio (1968) di  Corbucci o Per qualche dollaro in più (1965) di Sergio Leone. Anche se spesso lavorava acettando i ruoli solo per il compenso, rimane indelebile il suo ricordo nei film girati con Herzog, che gli diedero fama mondiale, dove dà vita a personaggi squilibrati come l'avventuriero coquistador in Aguirre furore di dio, il non morto in Nosferatu, principe della notte (1975), il bandito e trafficante di schiavi In Cobra Verde (1987), l'ultimo film che girò per il bravo regista tedesco, nella cui scena finale tenta disperatamente di trascinare una enorme barca verso il mare per scappare dal continente Africano. Lo stesso regista racconta di come Kinski dopo quel film apparisse svuotato e senza più energie. La vita dell'attore che non si sentiva amato dal mondo, che definì Fellini "maiale grasso" e Marlene Dietrich "lesbica", che rifiutò di lavorare con Kurosawa e Pasolini per questioni di "compensi troppo bassi", che andò via infuriato mandando al diavolo Rossellini perché lo fece aspettare per un provino, la vita dell'orco violento e dannato, incapace di vedersi al di fuori della propria presunta onnipotenza e di calarsi in ruoli senza tener sempre conto del guadagno, il percorso dell'uomo che fu un mostro imperdonabile nella vita e un mostro geniale sullo schermo, finì a causa di un infarto all'età di 65 anni, a Lagunitas in California dove si era ritirato in solitudine, l'unico parente che si presentò ai funerali fu il figlio Nikolai. Su richiesta dello stesso Kinski venne cremato e le sue ceneri sparse nell'Oceano Pacifico. Werner Herzog per celebrarlo girò un documentario, Kinski il mio nemico più caro.


"Le sue ceneri nell'oceano? Ha inquinato anche il mare. 
Klaus Kinski andava sepolto in terra sconsacrata."
Stefano Spadoni Ferrari

"Non si dovrebbero contare le difficolta,
non si dovrebbero contare i soldi nè le comparse.
Quello che conta è ciò che si vede sullo schermo,
nient'altro."
Werner Herzog

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