Qualche giorno fa è morto Sidney Pollack, importante regista e attore statunitense. Tra i suoi film di rilievo voglio ricordare I tre giorni del condor, Non si uccidono così anche i cavalli? Yakuza. Ma uno in particolare, a cui il mondo del fumetto italiano deve molto, è stato sicuramente Corvo rosso non avrai il mio scalpo, con Robert Redford. E' infatti a questo film che il duo di autori, Berardi (storie e sceneggiature con la partecipazione di Castelli e Sclavi.) e Milazzo (disegni a cui si alternano: Trevisan, Alessandrini, Marraffa, Ambrosini, Tarquinio.) si ispira per creare Ken Parker uno dei più bei personaggi entrati a far parte delle nuvole parlanti nel 1977. Ken parker ha la fisionomia di Redford che nel film interpreta il Trapper Jeremiah Johnson. La filosofia delle avventure da lui vissute rimanda alla rivisitazione del west e degli indiani di registi come Pollack e Arthur Penn (Piccolo grande uomo). Le storie innovative e piene di riferimenti al periodo in cui venivano pubblicate (contestazione, droga, razzismo, emarginazione, omosessualità), argomenti che sino ad allora non erano mai stati trattati in una serie a fumetti. Il merito della sua pubblicazione va all'editore Sergio Bonelli che intravide le grandi potenzialità del personaggio. Le vicissitudini editoriali di Ken Parker sono abbastanza complesse: la serie regolare si interruppe con il numero 59 per proseguire saltuariamente sul magazine Orient express e successivamente, con nuove avventure, sul Ken Parker Magazine la cui ultima uscita risale al 1998... Resta di fatto che il personaggio Di Ken Parker incise parecchio sulla crescita di tanti giovani, per il suo inconsueto realismo, la sua maturità, umanità e complessità caratteriale che cambiavano con l'evolversi delle sue vicissitudini... tutto cominciò, comunque, anche grazie a quel grande regista che fu Sidney Pollack.
3 commenti:
Nel mio post su Sidney ho dimenticato colpevolmente di citare "Corvo Rosso". Mi fa piacere il tuo ricordo e ancora più piacere mi fa la tua citazione di Ken Parker, uno dei compagni di vita della mia giovinezza (non che ora sono vecchio). Un fumetto con delle storie meravigliose, con un taglio cinematografico fortissimo, mai banali, mai ripetitive. Direi unico nel panorama delle nuvole parlanti seriali.
Vidi il film Corvo rosso in un piccolo cinema della capitale e in un afosissima serata estiva. Nella sala c'era un caldo insopportabile, ma la storia di Jeremiah Johnson era così bella che resistetti, grondando sudore, sino alla fine... Quando ritrovai quel personaggio sulle pagine di Ken Parker rimasi anche io colpito da come era stato strutturato. Ma si sa: Berardi e Milazzo sono due grandi autori. Mi chiedo però, Senza il film di Pollack, quanto sarebbe stato diverso Ken Parker?
Ciao.
Non lo sapremo mai.
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